Il breve racconto della statua di gesso offre una riflessione sull’ignoranza, sull’ingegno e sull’incomunicabilità.

La storia della statua di gesso

Un giorno, Pimpinello si trovò a dover andare in un paese vicino e decise di portare con sé una statua di gesso, che aveva trovato in una vecchia cantina. La statua rappresentava una figura umana molto ben fatta, ma era chiaramente di gesso, un materiale fragile. Quando arrivò nel paese, Pimpinello incontrò un uomo che gli chiese cosa stesse portando.

Pimpinello rispose con sicurezza, un po’ per prendersi beffa dell’uomo, un po’ per provare a ricavarne qualcosa: «Questa è una statua miracolosa! Chiunque la tocchi diventa ricco e felice!»

L’uomo, incuriosito, decise di provarla. Si avvicinò, toccò la statua e, immediatamente, la statua si ruppe in mille pezzi. L’uomo, confuso e deluso, chiese a Pimpinello: «Ma come, tu mi avevi detto che questa statua era miracolosa, e ora è rotta!»

Visto l’accaduto, Pimpinello, con grande tranquillità, rispose: «Ecco, vedi? Il miracolo è che, anche se è rotta, non hai perso niente. Ora capisci che la ricchezza e la felicità non dipendono da oggetti come questo, ma da come tu stesso interpreti gli avvenimenti e dalla serenità con cui li affronti.»

Qual è la morale di questa storia?

La storia di Pimpinello e la statua di gesso insegna diverse lezioni, ma la più importante riguarda il valore delle apparenze e la superficialità del giudizio umano:

  1. L’inganno delle apparenze: Pimpinello, pur non avendo una vera comprensione di ciò che potrebbe essere considerato “miracoloso”, inganna l’uomo facendogli credere che la statua sia qualcosa di speciale. Questo dimostra come le apparenze possano essere fuorvianti, e come gli oggetti e le ricchezze materiali non portino necessariamente alla felicità.
  2. L’importanza di non farsi ingannare dalle superstizioni: Pimpinello sfrutta la credulità dell’uomo, ma alla fine, la statua si rompe, mettendo in evidenza che ciò che sembra miracoloso o speciale potrebbe non avere valore, e che la vera ricchezza non risiede nelle cose materiali, ma in una visione più profonda della vita.
  3. La saggezza di Pimpinello: nonostante l’ingenuità di Pimpinello, la sua risposta finale (“la ricchezza e la felicità non dipendono da oggetti come questo, ma dalla serenità con cui affrontiamo le difficoltà”) rivela una saggezza nascosta. Pimpinello, pur essendo considerato uno “sciocco”, sa che la felicità non deriva da ciò che possediamo, ma da come affrontiamo le circostanze della vita.
  4. La critica alla superstizione e all’ignoranza: la storia offre anche una critica alla superstizione e alla credulità popolare. Pimpinello sembra ingannare l’uomo con la promessa di miracoli, ma alla fine dimostra che il vero miracolo sarebbe nel riconoscere che le soluzioni facili non esistono, e che la vita va vissuta con realismo e serenità.
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La morale della storia fa capire che la vera ricchezza risiede nella consapevolezza interiore e nel modo in cui affrontiamo l’imprevedibilità della vita, piuttosto che nel cercare soluzioni facili o oggetti che promettono miracoli!

Storia con morale La statua di gesso

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