Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! – Guardate piuttosto come ride. – Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Spunti di riflessione
La vera essenza di una persona, secondo Dostoevskij, si può comprendere dai piccoli gesti e soprattutto dalle espressioni spontanee, come il riso. Ridere, infatti, è un atto che spesso sfugge al controllo della mente razionale e dei filtri che applichiamo al nostro comportamento sociale. È qualcosa che ci svela, che ci tradisce, perché porta alla luce ciò che siamo nel profondo.
Osservare il modo in cui qualcuno ride significa andare oltre le maschere che indossiamo nella vita quotidiana: le maschere del silenzio studiato, delle parole scelte con cura o persino delle lacrime che, per quanto sincere, possono avere una componente di autocoscienza. Il riso, al contrario, sgorga in modo naturale e rivela una connessione immediata con l’animo di una persona: la sua gioia, la sua ironia, la sua apertura verso il mondo o, talvolta, la sua amarezza mascherata.
Dostoevskij, scrittore profondamente attento all’animo umano, ci suggerisce di non cercare di capire chi abbiamo davanti dai tratti della personalità, ma dal gesto più apparentemente semplice come il sorriso. La frase di oggi ci dà un consiglio per imparare ad osservare con attenzione e sensibilità, senza fermarsi alla superficie, ma cercando nelle sfumature del riso le verità che la persona non dice esplicitamente.
Questa riflessione, infine, ci invita anche implicitamente a capire come noi stessi ridiamo e su ciò che il nostro riso potrebbe comunicare agli altri: una sincerità gioiosa, un’ironia difensiva o un senso di disagio nascosto. Insomma, il riso non è solo una reazione, ma una finestra sull’anima.
