Molto spesso le figure d’Ombra ci perseguitano in sogno sotto forma di ladri e nemici pericolosi.
In genere, quando in sogno qualche cosa ci perseguita, significa che in qualche modo vuole raggiungerci. Ma siccome ciò che ci perseguita ci fa paura, lo rappresentiamo sotto forma di figure malvage. Se solo riuscissimo ad affrontare questo aspetto della nostra natura e ad accettarlo, esso diverrebbe probabilmente più benevolo.
Le regole dell’interpretazione dei sogni sono tuttavia paradossali.
Talvolta, in sogno, siamo perseguitati da certi poteri dell’inconscio a cui è giusto sottrarsi. Vi sono tendenze distruttive nella psiche che occorre evitare. Ma l’ottanta per cento di quello che ci perseguita in sogno si riferisce a qualche cosa di estremamente valido della nostra personalità, che dovrebbe essere intgrato.
L’Ombra non è necessariamente il male. Spesso compare in sogno sotto la forma di un bruto innocuo, di un uomo rozzo e villoso, vicino alla natura. Non è quasi mai cattivo, anzi, è un essere molto naturale, piacevole, importante per la vita interiore. Ma la civiltà, l’educazione, costringono l’Io a indossare molte maschere e quindi a comportarsi in modo innaturale. Tutte le reazioni naturali, istintive, animalesche devono essere represse e sostituite da reazioni umane educate, imposte dalle circostanze sociali.
Integrare l’Ombra per essere noi stessi
Quando impariamo a conoscere la nostra Ombra e a viverla un po’ di più, diventiamo più accessibili, naturali, umani, completi. Le persone senz’Ombra, i perfetti, infliggono a quelli che stanno loro intorno un irritante senso di inferiorità. Si comportano in modo superiore rispetto ai comuni mortali. Per questa ragione proviamo un senso di sollievo quando capita loro qualche cosa di male.
Pensiamo: “Ah! E’ un essere umano anche lui!” […]
Diventare consapevoli della propria Ombra e riuscire in qualche modo a viverla nelle situazioni sociali può essere molto imbarazzante. Per questo quando in un gruppo o in una famiglia qualcuno fa qualche cosa di sconveniente tutti gli altri si sentono sollevati. Possono ora sostenere che a farlo è stato qualcun altro, non loro.
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Psicologia del capro espiatorio
Dice un proverbio: “L’uomo è sempre pronto a vedere il male altrui“. Perché allora può dire: “E’ l’altro, non sono io”. Questo fatto gioca un ruolo fondamentale nella cosiddetta ‘psicologia del capro espiatorio‘.
In alcuni gruppi, di solito la famiglia, c’è spesso un bambino o un altro membro che assume il ruolo di colui che compie il male che gli altri desidererebbero ma non osano compiere. Il risultato è che questo membro della famiglia viene spinto ad agire sempre di più questo ruolo. Nella società è probabilmente il criminale a rivestire questo ruolo; è lui il ‘rendentore negativo’. Libera la società dall’obbligo di affrontare la propria Ombra e la mette in grado di affermare: “E’ lui che ha commesso il delitto. Io ho soltanto desiderato commetterlo, ma non ho osato.”
Se una persona è debole, ha un Io debole, può persino soccombere alle suggestioni e agire per tutti l’Ombra che gli altri desidererebbero agire.
Nell’aspetto in Ombra della nostra personalità, siamo come mescolati, confusi con il mondo circostante, e, per quanto difficile, è molto importante che conosciamo bene la nostra Ombra e la teniamo fuori dai fenomeni di gruppo.
In caso contrario, carichiamo l’ambiente del peso delle nostre qualità riprovevoli e inespresse.
Nell’antichità, i Greci, gli Ebrei e diversi altri popoli, per purificare la comunità sceglievano persone cui veniva imposto il ruolo di capro espiatorio. Queste persone venivano sacrificate o costrette a vagabondare nel deserto. Esse portavano con sé la proiezione di tutti i peccati della comunità. Erano l’Ombra . Pagavano un prezzo che consentiva agli altri membri della comunità di tornare a sentirsi buoni e giusti.
(Tratto da ‘Il mondo dei sogni’, Marie-Louise von Franz)
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