Il meccanismo che spinge ognuno di noi a credere di avere ragione quando esprimiamo un’opinione fa parte di un bias cognitivo, ovvero un errore sistematico nel pensiero che influisce sulle decisioni e sui giudizi che le persone formulano.

L’argomento dell’illusione dell’adeguatezza dell’informazione è affascinante e rilevante, soprattutto nel contesto delle attuali dinamiche sociali e politiche, dove le discussioni sembrano spesso inconcludenti e cariche di conflitti.

Approfondiamo questo concetto, i suoi meccanismi psicologici e come può influenzare le interazioni quotidiane.

Illusione dell’adeguatezza dell’informazione

L’illusione dell’adeguatezza dell’informazione è un bias cognitivo che porta le persone a ritenere di avere tutte le informazioni necessarie per formarsi un’opinione, anche quando in realtà mancano dati fondamentali. Questo fenomeno è legato al modo in cui elaboriamo le informazioni e come valutiamo la validità delle nostre conoscenze. Comunemente, tendiamo a ignorare ciò che non sappiamo di non sapere (i cosiddetti “unknown unknowns”), il che può portarci a formulare giudizi errati.

Relazione con altri bias cognitivi

Questo bias è correlato al realismo ingenuo, un altro pregiudizio cognitivo in cui gli individui credono che la propria percezione della realtà sia oggettiva, mentre le opinioni altrui siano influenzate da pregiudizi o interpretazioni errate. Questa convinzione crea una barriera nella comunicazione, rendendo difficile l’accettazione di prospettive diverse. Gli studi dimostrano che le persone tendono a sovrastimare la propria competenza in argomenti di cui hanno solo una conoscenza superficiale, mentre minimizzano o ignorano le informazioni contraddittorie.

Lo studio di Plos One

Nello studio pubblicato su Plos One, i ricercatori Hunter Gehlbach della Johns Hopkins University e i colleghi, hanno esaminato come l’illusione dell’adeguatezza dell’informazione influisce sulla formazione dell’opinione. Per dimostrare l’illusione di adeguatezza delle informazioni, i ricercatori hanno presentato a 1.261 partecipanti allo studio uno scenario ipotetico in cui dovevano raccomandare se due scuole dovessero essere unite o meno, oltre a chiedere di rispondere a domande sulle loro percezioni. Alcuni partecipanti hanno ricevuto informazioni sui vantaggi dell’unione, altri sui vantaggi di rimanere separati e altri su entrambi.

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Quindi, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi:

  1. Primo gruppo: ha letto un articolo che sosteneva la fusione delle scuole.
  2. Secondo gruppo: ha letto un articolo che affermava il contrario, ovvero che le scuole dovessero rimanere separate.
  3. Gruppo di controllo: ha avuto accesso a entrambi gli articoli, ricevendo quindi una visione più completa del problema.

Risultati e interpretazione dello studio

I risultati hanno rivelato che i partecipanti dei primi due gruppi si sentivano sicuri delle loro valutazioni e opinioni sulla questione, ritenendo di avere un quadro completo, mentre solo il 55% del gruppo di controllo sosteneva la fusione, evidenziando che la questione non era così semplice come sembrava inizialmente.

In pratica, i partecipanti che, a loro insaputa, non avevano informazioni pro-fusione o pro-separazione tendevano a supporre che le informazioni in loro possesso fossero adeguate quanto quelle degli altri, che fossero altrettanto attrezzati per fare una raccomandazione ponderata e che la maggior parte degli altri avrebbe preso una decisione simile. In effetti, le persone prive di informazioni pro-fusione tendevano a raccomandare che le scuole rimanessero separate e viceversa.

Ciò che è particolarmente interessante è che, dopo aver ricevuto un’informazione più completa, molti partecipanti sono stati disposti a rivedere le loro posizioni. Questo dato indica che la consapevolezza della propria ignoranza può stimolare un’apertura mentale, incoraggiando il dialogo e il cambiamento di opinione.

Combattere l’illusione

Lo studio conclude che l’umiltà di riconoscere le proprie limitazioni conoscitive e la curiosità di esplorare ulteriori informazioni sono essenziali per combattere l’illusione dell’adeguatezza dell’informazione. Essere disposti a considerare altre prospettive e a cercare attivamente informazioni aggiuntive può migliorare la comprensione reciproca e ridurre i conflitti.

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Secondo gli autori dello studio: “Una delle principali fonti di incomprensioni e conflitti nella nostra vita quotidiana nasce da questo paradosso: sappiamo che, in teoria, ci sono molte cose che non sappiamo di non sapere. Eppure, in pratica, ci comportiamo quasi sempre come se avessimo informazioni adeguate per esprimere le nostre opinioni, prendere buone decisioni e giudicare gli altri. Un po’ più di umiltà intellettuale su ciò che sappiamo e non sappiamo ci farebbe bene”.

Altri studi e ricerche correlate

Altri studi hanno esaminato simili bias cognitivi e il loro impatto sulla comunicazione e sulla decisione. Ad esempio:

  1. Bias di conferma: le persone tendono a cercare informazioni che confermino le loro credenze preesistenti e a ignorare quelle che le contraddicono, aggravando l’illusione dell’adeguatezza dell’informazione.
  2. Effetto Dunning-Kruger: le persone con basse competenze tendono a sovrastimare le proprie capacità, portando a una falsa sensazione di competenza in vari ambiti.
  3. Ricerche sulla dissonanza cognitiva: queste mostrano come le persone possano cambiare le proprie convinzioni per allinearsi con le loro azioni, il che può spiegare la disponibilità a cambiare idea una volta ottenuta una visione più completa.

Conclusione

L’illusione dell’adeguatezza dell’informazione è un fenomeno che influisce sulle nostre interazioni e decisioni quotidiane. Comprendere meglio questo bias e riconoscere le proprie limitazioni cognitive può aiutarci a migliorare le comunicazioni e a promuovere un dialogo più costruttivo. La capacità di accogliere punti di vista diversi e di cercare informazioni più ampie è indispensabile in una società sempre più complessa e interconnessa.

(Fonte consultata: Neglecting “unknown unknowns” may influence decision-makinghttps://www.eurekalert.org/news-releases/1060112)

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