In realtà ogni passo ti porta alla meta, perché essere in movimento, ad apprendere, scoprire e svelare, è il tuo eterno destino.
Vivere è l’unico scopo della vita.
Il Sé non si identifica con il successo o il fallimento.
L’idea stessa di diventare questo o quello è impensabile.
Il Sé capisce che il successo e il fallimento sono relativi e correlati, la trama e l’ordito della vita.
Impara da entrambi e vai oltre.
Se non hai imparato, ripeti.
– Sri Nisargadatta Maharaj
Spunti di riflessione
Le parole di Sri Nisargadatta Maharaj possono essere interpretate alla luce dell’Advaita Vedanta, una filosofia induista non dualistica che sostiene l’unità fondamentale di tutto ciò che esiste. Ecco alcune riflessioni:
- “In realtà ogni passo ti porta alla meta, perché essere in movimento, ad apprendere, scoprire e svelare, è il tuo eterno destino.”
- Questa affermazione suggerisce che il viaggio spirituale e di crescita personale è continuo e infinito. Ogni passo che prendiamo nella vita, ogni esperienza che attraversiamo, ci porta più vicini alla comprensione della nostra vera natura. Non c’è una meta finale distinta da raggiungere, ma piuttosto il processo stesso è la meta.
- “Vivere è l’unico scopo della vita.”
- Secondo l’Advaita Vedanta, il vero scopo della vita è la realizzazione della propria natura divina. Questo avviene attraverso l’esperienza diretta della coscienza pura, che è eterna e infinita. Quindi, il vivere pienamente ogni momento e sperimentare la vita in tutta la sua pienezza diventa il vero scopo dell’esistenza.
- “Il Sé non si identifica con il successo o il fallimento.”
- Il Sé, la coscienza universale e immutabile, non è influenzato dalle dualità del mondo fenomenico, come il successo e il fallimento. Queste sono esperienze relative che appartengono al mondo dell’illusione (Maya). Il Sé rimane costante al di là di queste dualità.
- “L’idea stessa di diventare questo o quello è impensabile.”
- Nell’Advaita Vedanta, non c’è un processo di diventare qualcosa di diverso da ciò che siamo già. Il Sé è eternamente completo e perfetto. L’idea stessa di cercare di diventare qualcosa implica un’identificazione con il corpo e la mente, che sono entrambi transitori e non la vera essenza dell’individuo.
- “Il Sé capisce che il successo e il fallimento sono relativi e correlati, la trama e l’ordito della vita.”
- Questa affermazione sottolinea la visione del Sé come osservatore distaccato delle esperienze della vita. Il successo e il fallimento sono entrambi parte del gioco dell’esistenza relativa, ma il Sé non è coinvolto emotivamente in questi risultati. Vede il loro significato relativo nell’ambito dell’esperienza umana.
- “Impara da entrambi e vai oltre. Se non hai imparato, ripeti.”
- Il processo di apprendimento e crescita continua attraverso l’esperienza è fondamentale nell’Advaita Vedanta. Anche se il Sé non si identifica con le esperienze, la coscienza dell’individuo, ancora identificata nel corpo-mente, trae saggezza e comprensione da esse. Se una lezione non è stata appresa completamente, la vita fornirà altre opportunità per imparare fino a quando la comprensione non diventa completa.
La saggezza di queste parole di Nisargadatta Maharaj ci offrono dei punti chiave della prospettiva dell’Advaita Vedanta sulla natura della realtà, la coscienza e il processo di realizzazione spirituale.