Mariano Sigman – La vita segreta della mente: neuroscienze e introspezione.

Come funziona il nostro cervello quando pensa, sente, decide.

Da dove vengono i nostri pensieri? In che modo prendiamo le decisioni e come formuliamo i giudizi nella vita di tutti i giorni? Qual è il vero ruolo dell’inconscio? Possiamo manipolare i nostri stessi sogni? Quali sono i confini della nostra identità?

C’è una reale distinzione tra le scelte istintive e quelle ponderate? In che cosa differisce il ragionamento di un bambino da quello di un adulto? Quali sono i confini di ciò che definiamo “identità”? E di che cosa è fatta davvero quella che il nostro cervello processa come “realtà esterna”? Che cosa la distingue dalla sostanza dei sogni?

La vita segreta della mente è il frutto di oltre vent’anni di carriera del neuroscienziato Mariano Sigman: si è posto queste e altre domande sul funzionamento del nostro cervello, arrivando a dare risposte complesse, a volte sconvolgenti e a volte elettrizzanti, a partire da casi specifici.

La vita segreta della mente ci spiega perché le persone che parlano più lingue sono meno a rischio di demenza, ci racconta come fanno i bambini a riconoscere a prima vista oggetti che hanno soltanto toccato, ci rivela perché i neonati sembrano avere già un innato senso del bene e del male e ci mostra, con viva commozione, i labirinti meravigliosi dei pensieri che si possono “tracciare” anche nei pazienti in stato vegetativo.

Perché ogni tentativo di svelare i meccanismi della mente sfida l’intera rete delle nostre conoscenze (fisica, linguistica, psicologia, pedagogia, neurologia…) e ci mette di fronte al misterioso specchio di ciò che siamo.

Mariano Sigman: frasi dal libro “La vita segreta della mente”

“Mi piace pensare alla scienza come a una nave che ci porta in luoghi sconosciuti, le parti più remote dell’universo, nei meccanismi interni della luce e nelle più piccole molecole della vita. Questa nave ha strumenti, telescopi e microscopi, che rendono visibile ciò che una volta era invisibile. Ma la scienza è anche la via stessa, la chiesuola, la carta che ci conduce verso l’ignoto.”

“Parte di questo fa parte dell’oblio selettivo che tutti sperimentiamo. Ogni lunedì, ogni compleanno, ogni primo gennaio si riempiono di promesse ripetute; ogni amore è l’amore della nostra vita, e quest’anno abbiamo vinto il campionato. Ognuna di queste affermazioni ignora completamente che ci sono già stati molti altri lunedì e molte altre delusioni. Siamo davvero così ciechi all’evidenza? Quali meccanismi cerebrali incarnano questo ottimismo fondamentalista? E cosa facciamo con un ottimismo persistente se comprendiamo che si basa su un’illusione?”

“Liz Spelke e Véronique Izard hanno dimostrato che la nozione di numerosità persiste anche quando le quantità sono espresse in diverse modalità sensoriali. I neonati che sentono una serie di tre segnali acustici si aspettano che ci siano tre oggetti e sono sorpresi quando non è così. Vale a dire, i bambini presuppongono una corrispondenza di quantità tra l’esperienza uditiva e quella visiva, e se questa regola astratta non viene seguita, il loro sguardo è più persistente. Questi neonati sono appena usciti dal grembo materno per poche ore, ma hanno già le basi della matematica nel loro apparato mentale.”

La Vita Segreta della Mente
Come funziona il nostro cervello quando pensa, sente, decide
€ 20,00

“Forse la domanda più impegnativa che possiamo porci è… se le parole che pronunciamo, twittiamo, mandiamo per email, scriviamo oggi possono dirci qualcosa su dove sarà la nostra mente tra pochi giorni, tra qualche mese o tra qualche anno.” (Mariano Sigman – neuroscienziato)

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Per approfondimenti leggi l’anteprima del libro ‘La vita segreta della mente su Google Books

Citazione di Mariano Sigman sulla domanda da porci

Il nostro modo di parlare e di scrivere potrebbero predire il nostro futuro stato mentale, addirittura individuare l’instaurarsi di una psicosi? In questo affascinante intervento, il neuroscienziato Mariano Sigman riflette sull’Antica Grecia e le origini dell’introspezione per studiare come le nostre parole siano un indizio della nostre vite interiori e ci descrive un algoritmo mappato sulle parole che potrebbe predire lo sviluppo della schizofrenia. “In futuro potremmo essere in grado di vedere una forma di sanità mentale molto diversa”, dice Sigman, “basata sull’analisi oggettiva, quantitativa e automatizzata delle parole che scriviamo, delle parole che diciamo”.

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