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Scoperto batterio che produce plastica biodegradabile dal metano

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Eccoci davanti a una scoperta straordinaria, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui produciamo e utilizziamo le plastiche. Esiste un microrganismo capace di trasformare il metano, uno dei gas serra più potenti, in un materiale biodegradabile? E' proprio ciò che gli scienziati hanno ottenuto grazie a Methylocystis suflitae.

Una rivoluzione per l'ambiente

Siamo di fronte a un vero gioiello della natura, un batterio metanotrofo di tipo II che, attraverso processi biochimici raffinati, converte il metano in poliidrossialcanoati (PHA), una plastica completamente biodegradabile. Questo organismo ha dimostrato un'efficienza notevole, raggiungendo una produttività di 11,90 mg/L/h, un dato di grande interesse per l’industria delle bioplastiche.

Come avviene il processo di trasformazione del metano in plastica biodegradabile?

Ma come avviene questa straordinaria trasformazione? Il segreto risiede nella genetica del batterio. L’analisi del suo DNA ha rivelato la presenza di quattro varianti del gene PHA sintasi, l’enzima responsabile della produzione di PHA. Gli scienziati, attraverso modelli proteici e sofisticate simulazioni di docking molecolare, hanno individuato con precisione i siti catalitici di questi enzimi, permettendo di comprendere il meccanismo con cui il batterio sintetizza la plastica. In particolare, due composti - l’idrossibutirrato e l’idrossidodecanoato- si sono rivelati fondamentali per il processo, mostrando le interazioni più forti con l’enzima.

Per verificare la produzione di poliidrossibutirrato (PHB), uno dei tipi di PHA più noti, il team ha utilizzato la spettroscopia FTIR, identificando un picco carbonilico a 1723 cm⁻¹, un segno inequivocabile della presenza del polimero. È affascinante pensare che un batterio così piccolo possa avere un impatto così grande: oltre a ridurre la concentrazione di metano nell’atmosfera, offre una soluzione concreta all’inquinamento da plastiche convenzionali.

E guardando al futuro, le prospettive sono entusiasmanti. La temperatura di fusione del PHB prodotto, che si aggira intorno ai 188 °C, è perfettamente in linea con gli standard industriali, rendendo questa bioplastica non solo ecologica, ma anche competitiva sul mercato. Inoltre, l’ottimizzazione delle condizioni di fermentazione e l’analisi delle interazioni enzimatiche stanno aprendo nuove strade per migliorare ulteriormente l’efficienza del processo produttivo.

Ci troviamo di fronte a una svolta epocale, un passo concreto verso un mondo più sostenibile. E tutto grazie a un piccolo batterio, nascosto nelle profondità della natura, che ci insegna ancora una volta quanto sia straordinaria la scienza.

(Approfondimenti:  From pollution to polymer: Methane-munching microbe brews biodegradable plastic at high speed)



Pubblicato il: 26 marzo 2025 | Autore: Davide Arcangeli

Tags:
#notizie positive sull'ambiente

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