Le regole valgono per tutti, ma facciamo eccezioni per noi stessi.
“Si fanno le regole per gli altri e delle eccezioni per se stessi.” – Charles Lemesle
Spunti di riflessione
Siamo obiettivi con noi stessi? Ci capita spesso di non rispettare le regole che noi stessi vogliamo invece che rispettino gli altri? Facciamo eccezioni quando si tratta dei nostri cari e familiari?
La citazione, essenzialmente, sta dicendo che la natura umana tende a stabilire regole e norme che ci aspettiamo che gli altri seguano rigorosamente, mentre al contempo cerchiamo di trovare delle scappatoie o delle eccezioni per noi stessi.
Si tratta di una tendenza che può derivare da una varietà di motivazioni psicologiche e sociali. Ad esempio, potrebbe riflettere un senso di privilegio o un atteggiamento egoistico, dove una persona si considera al di sopra delle regole che impone agli altri. Può anche derivare dalla convinzione errata che le regole siano applicabili solo agli altri, mentre ci si considera al di sopra di esse.
Diventa chiaro che questa disparità tra ciò che ci aspettiamo dagli altri e ciò che ci aspettiamo per noi stessi può portare a ingiustizie e disuguaglianze. Può erodere la fiducia e la coesione sociale, creando un senso di sfiducia e disprezzo nei confronti delle istituzioni e delle persone che si comportano in questo modo.
Da questo atteggiamento derivano le peggiori piaghe sociali come il clientelismo, i favoritismi in situazioni professionali e pubbliche, il nepotismo che favorisce parenti e amici nei vari ambiti della società.
Il cambiamento deve partire sempre da noi: se vogliamo equità dovremmo essere impeccabili anche noi nei nostri comportamenti e sulle nostre motivazioni. Se non abbiamo noi stessi la coerenza non dovremmo cercarla e pretenderla negli altri.
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