La lepre e la tartaruga – Favola di Esopo
La lepre un giorno si vantava con gli altri animali: – Nessuno può battermi in velocità – diceva. – Sfido chiunque a correre come me.
La tartaruga, con la sua solita calma, disse: – Accetto la sfida.
– Questa è buona! – esclamò la lepre; e scoppiò a ridere.
– Non vantarti prima di aver vinto replicò la tartaruga. – Vuoi fare questa gara?
Così fu stabilito un percorso e dato il via.
La lepre partì come un fulmine: quasi non si vedeva più, tanto era già lontana. Poi si fermò, e per mostrare il suo disprezzo verso la tartaruga si sdraiò a fare un sonnellino.
La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l’altro, e quando la lepre si svegliò, la vide vicina al traguardo.
Allora si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara.
La tartaruga sorridendo disse: “Non serve correre, bisogna partire in tempo.”
Morale della favola
La lepre e la tartaruga, in apparenza, raccontano una storia di velocità e pazienza. Ma la lezione che nasconde questa favola è più profonda di quanto possa sembrare. È una riflessione su come il tempo, la determinazione e la consapevolezza possano giocare un ruolo decisivo, anche quando sembrano esserci ostacoli impossibili da superare.
Se vediamo la lepre come un uomo che, preso dalla sua sicurezza e dal suo impeto, si lascia sopraffare dalla vanità, e la tartaruga come uno che non si lascia trascinare dall’orgoglio, ma preferisce essere costante, nonostante il cammino difficile, tutto si rivela nella realtà delle cose. La lepre, che si sente invincibile, perde. La tartaruga, che ha saputo essere umile e paziente, vince.
Si può vedere come un racconto sull’umiltà. La lepre è tutto fumo e niente arrosto. È come un uomo che si gonfia di parole ma non si preoccupa di fare davvero il lavoro. Quando la tartaruga avanza passo dopo passo, non c’è presunzione nel suo cammino, c’è solo resistenza e una tenacia che si costruisce sul tempo. Non è la velocità che fa la differenza, è l’attenzione ai dettagli, il non mollare mai, anche quando tutto sembra perduto.
La tartaruga potrebbe essere l’eroe silenzioso, non per le sue azioni clamorose, ma per la sua costanza. Come un uomo che lavora la terra, una zolla alla volta, senza mai voltarsi indietro, sapendo che solo così alla fine arriverà dove vuole.
La morale è: “Non correre troppo, non pensare che basti essere veloci per vincere. La vittoria è per chi sa resistere. Semplicemente, chi resta lì, in piedi, quando tutti gli altri hanno ceduto.”
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