Se pensiamo al sogno, all’imprevisto, all’inatteso, le insicurezze rendono imprevedibile il quadro. Ogni tanto è bene ammetterlo: la maggior parte dei guai ce li andiamo a cercare*. – Cesare Cremonini
*Perché i ‘guai’ non sono solo quelli materiali, ma anche e soprattutto quelli interiori, che nascono dall’inquetudine della natura umana, perennemente alla ricerca di ciò che gli manca e che genera conflitti.
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Spunti di riflessione
La citazione di Cesare Cremonini è una piccola, ma precisa riflessione sulla nostra condizione umana, possiamo dire che non c’è nulla di più naturale per noi dell’essere inseguiti dalle nostre insicurezze, e non c’è nulla di più umano del cercarci i guai. Il guaio è un po’ come un destino che ci tocca, non è mai completamente estraneo, ma sempre parte di noi, di una parte oscura, difficile da conoscere, eppure impossibile da evitare. È come se in ogni angolo della nostra vita ci fosse una forza invisibile che ci spinge a metterci nei guai. E noi, come se nulla fosse, ci lasciamo spingere, senza mai fermarci a chiederci perché.
L’imprevedibilità del nostro vivere, quella sorta di movimento continuo che non sappiamo mai dove ci porterà, è il terreno su cui crescono le nostre insicurezze. E queste insicurezze, che non sono altro che il frutto della nostra incapacità di affrontare la realtà con lucidità, diventano la linfa che alimenta la nostra ricerca del guaio. Sì, lo cerchiamo, lo cerchiamo più di quanto lo subiamo, e lo facciamo con una certa curiosità, come se ogni difficoltà fosse un piccolo, amaro compito da compiere per capire qualcosa di più su noi stessi. Forse, la verità è che senza il guaio, senza il conflitto, la nostra vita sarebbe come un corpo privo di anima. Ma quando lo incontriamo, quando il guaio si manifesta, ci accorgiamo con sgomento che la nostra ricerca non è mai stata davvero una ricerca di risposta, ma piuttosto una fuga.
Il sogno e l’imprevisto, che appaiono come sfumature di bellezza e libertà, sono sempre intrinsecamente legati all’idea del pericolo, della transizione, della possibilità che qualcosa di irreparabile accada. In questo senso, possiamo dire che la nostra esistenza è sospesa tra il desiderio di un’armonia che sfugge sempre e la necessità di un conflitto che ci ricordi che siamo vivi. Ogni tanto, quando ci fermiamo a riflettere, ci accorgiamo che la maggior parte dei guai li abbiamo cercati. Eppure, proprio quando li affrontiamo, non possiamo fare a meno di pensare che non avremmo mai potuto vivere diversamente, che il guaio, in fondo, è solo un altro modo per esistere.
Ecco, forse questa è la condanna dell’uomo: vivere in un perenne stato di tensione, di attesa di qualcosa che non conosce, ma che in fondo sa che lo troverà. Perché, quando la vita si fa troppo tranquilla, troppo serena, è come se ci mancasse qualcosa. La pace è un lusso che non ci possiamo permettere, e così, anche se non lo vogliamo, ci andiamo a cercare i guai. Perché i guai sono il nostro modo di capire, di definire il nostro confine, di sentirci vivi anche quando non lo siamo affatto.
Ma proprio tutti cerchiamo i guai?
Ma ci sono anche coloro che si sottraggono, che rinunciano a cercare il guaio, preferendo la tranquillità, il controllo, l’ordine. Loro, per ragioni diverse, potrebbero rifuggire dalla tensione che il guaio porta con sé, forse per paura, forse per una consapevolezza che la vita stessa ha bisogno di equilibrio.
Tuttavia, è proprio in questa ricerca o riflessione sull’assenza di guai che possiamo scorgere l’essenza di ciò che l’uomo è: una creatura capace di fuggire, ma anche di entrare in conflitto con se stessa. C’è chi affronta i guai con una sorta di passività, come se fossero una necessità inevitabile, e chi li evita, cercando un rifugio nella sicurezza. Ma anche questa sicurezza, in fondo, è una forma di “guai” nascosti, di sottrazione, di rinuncia a qualcosa che è parte dell’esistenza.
L’essenza del nostro essere è che, spesso, non c’è mai una vera pace. Anche chi evita i guai, in qualche modo, li cerca senza rendersene conto. Forse non nella forma più evidente, ma in quella più sottile, quella che si insinua nella routine, nelle scelte quotidiane che sembrano innocue, eppure, alla lunga, ci conducono comunque a una forma di insoddisfazione, di disarmonia, che non è meno dolorosa della tensione più esplicita.
La differenza sta proprio in come affrontiamo questa realtà. Chi cerca il guaio, magari in modo consapevole, cerca di rimanere nel conflitto, mentre chi lo evita, in fondo, sta cercando di evitare se stesso. Quindi, non si tratta tanto di una ricerca esplicita dei guai, ma piuttosto di una condizione di vita che, comunque, ci rende vulnerabili a questa continua oscillazione tra sicurezza e caos.
Almanacco del 7 Aprile 2025
Giorno dell’anno
97º giorno del calendario gregoriano; mancano 268 giorni alla fine dell’anno.
Santo del giorno
Oggi si celebra San Giovanni Battista de la Salle, sacerdote e fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Fasi lunari
Il 7 aprile 2025 la Luna è in fase gibbosa crescente. Illuminazione 74%.
Proverbio del giorno
“Chi ha poco si accontenta, chi ha tanto si lamenta.”
Frasi del giorno:
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