“Il gracchio superbo e il pavone”: morale della favola di Fedro.

– Perché a nessuno venga voglia di farsi bello con i beni altrui, ma piuttosto si contenti di vivere nei propri panni, Esopo ci ha lasciato questo esempio.
“Un gracchio, gonfio di vanagloria, raccolse le penne che erano cadute a un pavone e se ne adornò tutto. Poi, disprezzando la sua razza, si unì a una bella schiera di pavoni. Ma questi strapparono le penne all’uccello impudente e lo cacciarono via a beccate. Il gracchio, malconcio, ritornò tutto afflitto tra i suoi simili, ma fu da loro espulso con grande biasimo. Uno di quelli che lui prima aveva disprezzato, disse allora: «Se ti fossi accontentato di stare con noi e avessi voluto accettare quello che ti aveva dato la natura, non avresti subito quell’oltraggio e ora non patiresti la sventura di questa espulsione».” –

Il gracchio vanitoso e il pavone morale della favola di Esopo Fedro

Morale della favola

La favola di Esopo ripresa da Fedro, illustra il concetto di accettazione di sé e delle proprie condizioni, anziché ambire a ciò che non si possiede legittimamente. La morale della storia è che è meglio essere contenti di ciò che si ha e di ciò che si è, anziché cercare di apparire diversi o migliori attraverso mezzi ingannevoli o appropriandosi di ciò che non ci appartiene.

Nella favola, il gracchio (cornacchia), gonfio di vanagloria, cerca di migliorare la propria apparenza prendendo in prestito le penne del pavone. Tuttavia, quando viene scoperto e rifiutato dagli altri pavoni, si rende conto del suo errore. Se avesse accettato la propria natura e si fosse contentato di vivere come un gracchio anziché tentare di essere qualcosa che non era, non avrebbe subito l’umiliazione e la sventura dell’espulsione.

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E’ una favola che contiene un messaggio attuale: oggi siamo sempre più spinti a voler apparire ciò che non siamo, fingendo di possedere attributi o condizioni di vita che non abbiamo, solo per metterci in mostra. A seguito di questo atteggiamento, prima o poi, si va incontro a gravi conflitti e delusioni.

Quindi, la morale è che è meglio essere autentici e accettare se stessi così come si è, anziché cercare di emulare o appropriarsi di ciò che non ci appartiene, ingannando noi stessi e gli altri. Perché è anche vero che “chi troppo vuole, nulla stringe”.

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