Impara a dire quello che ti disturba quando ti disturba, non quando non ce la fai più. Così potrai dirlo con le tue parole migliori anziché con le tue offese peggiori. – Citazione anonima
Ovvero, detto in altre parole: esprimi ciò che ti infastidisce nel momento in cui lo senti, non quando la tensione è ormai insostenibile. In questo modo, potrai comunicare con calma e chiarezza, anziché lasciare che la frustrazione ti porti a dire cose che potresti rimpiangere.
Spunti di riflessione
Nella citazione che abbiamo scelto per oggi si parla della dinamica cruciale nella gestione delle emozioni e dei conflitti interni. La psicoanalisi, in particolare quella freudiana, riconosce che il contenimento e la repressione delle emozioni, specialmente quelle legate alla rabbia o al disagio, possono portare a una tensione psichica crescente. Quando non si affrontano i propri sentimenti in modo tempestivo e consapevole, queste emozioni represse si accumulano nell’inconscio, e alla fine possono emergere in modo esplosivo, spesso in forme aggressive o distruttive.
Freud parlava di difese psichiche come la rimozione e la repressione, processi attraverso cui l’individuo spinge via emozioni disturbanti o inaccettabili. Però, ciò che è rimosso non scompare, ma continua a operare nell’inconscio e può riemergere in modi disfunzionali. In questo caso, se non si riesce a esprimere subito il proprio disagio, esso potrebbe emergere successivamente come una sorta di “ritorno del rimosso”, ma con una carica emotiva molto più intensa e incontrollata. Infatti, questo tipo di reazioni esplosive, nascono da una sensazione di eccessivo peso, in cui si avverte l’emergenza di tirare fuori ciò che si ha dentro, letteralmente si sente di “non farcela più”.
Il concetto di “dire quello che ti disturba quando ti disturba” si riferisce al principio della consapevolezza emotiva e della necessità di esprimere le emozioni in modo tempestivo, ma con pacatezza. Quando si comunica in questo modo, si accede alle proprie “parole migliori”, ossia si riesce a usare un linguaggio razionale e costruttivo, mediato dall’Io, che secondo Freud è la parte della psiche che gestisce la realtà e bilancia gli impulsi.
Quando invece si lascia che l’emozione accumulata sfugga al controllo, ciò che emerge è il contenuto emotivo più crudo e aggressivo, collegato al Super-Io punitivo o agli impulsi dell’Es. Questo porta alle “offese peggiori”, una manifestazione non regolata delle emozioni, spesso guidata dall’ira, dalla frustrazione o dal risentimento.
Dal punto di vista della teoria delle relazioni oggettuali (ad esempio, secondo Melanie Klein), non riuscire a esprimere i sentimenti nel momento giusto può compromettere le relazioni, perché l’accumulo di frustrazione non elaborata deforma la percezione dell’altro. L’altro diventa oggetto di rabbia non tanto per il fatto specifico che ha causato il disagio, ma per la somma di emozioni non elaborate nel tempo, distorcendo la relazione stessa.
Dunque, il consiglio è di imparare ad esprimersi instaurando un sano dialogo interiore ed esteriore, in cui si identificano e verbalizzano le proprie emozioni nel momento giusto, evitando che l’accumulo di tensioni porti a reazioni eccessive, dannose sia per se stessi che per le proprie relazioni.
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