Il segreto della felicità non è lo stesso per tutti! Ma ci sono delle strategie.

Ognuno di noi vorrebbe trovare una formula per essere felice e mantenere questo stato emozionale in modo stabile. Ma, nonostante ci siano filosofi e maestri spirituali che indicano la via per trovare la felicità, nessuno ha scoperto una ricetta segreta valida per chiunque.

Andrea Fianco, presidente della Società Italiana di Psicologia Positiva spiega che le ricette “facili” non funzionano se prima l’individuo non ha capito che cosa lo rende felice. Secondo Fianco anche: “Gli ostacoli servono, spronano a mettere in campo le nostre migliori risorse”.

I tre elementi della felicità

I ricercatori hanno riconosciuto tre aspetti predominanti che contribuiscono al benessere di base: emozioni piacevoli, impegno e significato.

I ‘pensieri positivi’ incarnano emozioni di gioia, gratitudine e appagamento, che contribuiscono alla nostra felicità quotidiana. L”impegno‘ si riferisce a ciò che ci tiene completamente assorbiti e immersi in un’impresa o uno sforzo difficile che è in linea con le nostre competenze e interessi. Il coltivare una passione che ci dona soddisfazione.

Infine, il ‘significato’ rappresenta la ricerca di una vita propositiva e sostanziale, spinta attraverso valori e un’esperienza di connessione con qualcosa di più alto di noi stessi.

La felicità ha diverse prospettive

Il concetto di felicità ha diverse prospettive su come raggiungerla. Si afferma che la felicità è difficile da definire, poiché varia da persona a persona. Per alcuni, come Albert Einstein, la felicità può essere una vita calma e modesta, mentre per il sociologo Zygmunt Bauman, può essere la capacità di superare le difficoltà. Per altre persone la felicità coincide con il senso di libertà o di appagamento.

Secondo gli studi degli psicologi, la felicità comprende sia l’emozione temporanea che si prova quando si sta bene, sia la serenità che deriva dal sentirsi realizzati, ed è considerata più duratura. La buona notizia è che la felicità non è un dono riservato a pochi fortunati, ma uno stato d’animo che si può imparare e coltivare.

Imparare l’ottimismo realistico

Lo psicologo Martin Seligman, nel suo saggio “Imparare l’ottimismo”, spiega che l’uomo è geneticamente predisposto a focalizzarsi sulle esperienze negative per garantire la sopravvivenza, evitando ciò che potrebbe essere pericoloso.

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Infatti, vedere sempre tutto ‘rosa e fiori’ può far sminuire i rischi. L’eccesso di ottimismo è anch’esso un atteggiamento normale e che ha un nome: “sindrome di Pollyanna”, dal personaggio del romanzo omonimo. Tuttavia, un esagerato ottimismo irrealistico può portare a ignorare i pericoli e alla mancanza di prospettiva, conducendo potenzialmente a situazioni disastrose.

Seligman suggerisce che l’ottimismo dovrebbe essere realistico e non negativo. Per far fronte ai pensieri neri, è consigliabile sfidarli in modo oggettivo, mettendo in discussione le interpretazioni errate dei fatti e cercando di vedere le cose da una prospettiva esterna. Coinvolgere un amico in una “discussione introspettiva” può aiutare a reagire e ritrovare il sorriso.

Inoltre, se si continua a ruminare preoccupazioni, è utile fissare un appuntamento mentale per affrontarle in modo strutturato, con il risultato che i pensieri negativi smettono di tormentare.

Un dato interessante che emerge dagli studi è che solo una persona su tre riesce a non demoralizzarsi di fronte alle difficoltà e a vedere i lati positivi della vita, sottolineando dunque l’importanza di sviluppare un atteggiamento ottimista, ma realistico.

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Felicità: genetica e atteggiamento mentale

Una parte della propensione alla felicità può essere ereditata attraverso il corredo genetico, ma il resto è influenzato dalle scelte personali e dall’atteggiamento mentale.

Quindi, sia la genetica che l’ambiente giocano un ruolo determinante nel plasmare i nostri livelli di felicità. La ricerca suggerisce che circa il 50% della nostra felicità è deciso tramite fattori genetici, mentre l’ultimo 50% è influenzato dall’aiuto di situazioni esterne e attività intenzionali.

Alcune eredità genetiche possono predisporre le persone a viaggiare verso livelli di felicità maggiori o minori. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli che le predisposizioni genetiche non rappresentano il destino e che le persone possono lavorare attivamente per aumentare il proprio benessere attraverso pratiche intenzionali.

Fattori esterni come il reddito, le relazioni sociali e la salute possono influenzare la nostra felicità. Tuttavia, si è scoperto che il loro effetto non è così grande come ci si aspetterebbe. Gli studi hanno dimostrato che non appena vengono soddisfatti i desideri semplici, i guadagni extra non portano in misura considerevole alla felicità. Allo stesso modo, solide connessioni sociali e un vicinato solidale hanno un impatto più ampio sul benessere rispetto ai beni materiali.

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Alcune strategie possono essere usate per coltivare la felicità, come imparare a vedere il bicchiere mezzo pieno, combattere i pensieri negativi, condividere esperienze positive con altre persone reali (non solo sui social media) e vivere in comunità ospitali che favoriscano i contatti sociali.

Ciò che è importante sottolineare è che il denaro non è un fattore determinante per la felicità, e che l’acquisto di beni materiali non contribuisce significativamente al benessere generale. Al contrario, investire in servizi che risparmiano tempo può aumentare la felicità.

Bisogna capire che la felicità non è uno stato permanente di nirvana, ma può essere raggiunta attraverso la consapevolezza delle proprie emozioni e il superamento delle avversità.

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La felicità è contagiosa fino al terzo grado

Sono interessanti i risultati di una ricerca dell’Università di Yale, basata sui dati del Framingham Heart Study, iniziato nel 1948 con circa 5.000 partecipanti negli Stati Uniti e ora alla terza generazione di partecipanti. La ricerca dimostra che essere felici è influenzato dalla felicità delle persone con cui ci si circonda. Per ogni amico felice in più, aumenta del 9% la probabilità di essere felici. Ciò significa che la felicità è contagiosa fino al terzo grado di separazione, cioè io influenzerei positivamente i miei amici, i loro amici e gli amici dei loro amici, creando una cascata di benessere.

Inoltre, è importante socializzare e vivere in comunità ospitali, che favoriscono i contatti sociali spontanei, come parchi, ristoranti, circoli e cortili condominiali. Un sondaggio della Knight Foundation, condotto su 43.000 persone, ha dimostrato che la sensazione di benessere psicologico è più elevata in queste comunità.

Camminare spesso in parchi e boschi è stato associato a una minore attività delle aree cerebrali associate ai pensieri negativi, indicando una maggiore felicità e soddisfazione per coloro che godono di spazi verdi.

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Strategie per alimentare ottimismo e felicità

  1. Pensiero positivo: cerca di focalizzarti sugli aspetti positivi delle situazioni e delle persone. Evita di lasciarti trascinare dai pensieri negativi e cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto.
  2. Scrittura espressiva: dedica quindici minuti al giorno a scrivere le tue emozioni ed esperienze. Questo esercizio può aiutarti a risolvere conflitti interiori, migliorare l’umore e aumentare la soddisfazione personale.
  3. Ogni giorno un gesto positivo: prova a fare almeno un piccolo gesto positivo ogni giorno. Può essere qualcosa di semplice, come un atto gentile nei confronti di un’altra persona o un momento di gratitudine per ciò che hai nella tua vita.
  4. Circondati di persone positive: stabilisci relazioni con persone ottimiste e positive. La felicità è contagiosa, quindi essere circondato da individui felici può influenzare positivamente il tuo umore.
  5. Socializzare nella vita reale: partecipa ad attività sociali e incontra persone faccia a faccia. Le relazioni reali hanno un maggiore impatto sulla felicità rispetto alle interazioni sui social media.
  6. Affronta e sfida i pensieri negativi: non negare i pensieri negativi, ma affrontali e analizzali in modo obiettivo. Chiediti se le tue interpretazioni sono corrette o se stai sovrastimando il lato negativo delle situazioni.
  7. Coltiva la gratitudine: pratica la gratitudine e riconosci le cose positive nella tua vita. Puoi tenere un diario della gratitudine e annotare regolarmente ciò per cui sei grato.
  8. Sii gentile con te stesso: non essere troppo duro con te stesso quando commetti errori o affronti sfide. Impara a perdonarti e ad accettarti per come sei.
  9. Fai attività che ti piacciono: dedica del tempo alle attività che ti appassionano e ti rendono felice. Svolgere attività piacevoli può migliorare il tuo umore e il senso di realizzazione.
  10. Prenditi cura del tuo benessere: dormi a sufficienza, segui una dieta equilibrata e fai esercizio fisico regolarmente. Mantenere uno stile di vita sano può contribuire alla felicità e al benessere generale.

È dimostrato che l’ottimismo ha un impatto positivo sulla felicità e sulla longevità.

Ricorda che la felicità e l’ottimismo sono atteggiamenti e abitudini che possono essere coltivati nel tempo. Sii paziente con te stesso e prova diverse strategie per trovare quelle che funzionano meglio per te.

(Fonti consultate: Focus.it; leadership.ng)

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