Riflessione
Nel ritmo incessante della vita moderna, in cui l’esistenza si snoda come un tessuto finemente intrecciato di doveri e apparenze, il sospirare diviene un atto dimenticato, relegato ai margini della coscienza, come una pagina sfiorata dal vento, ma mai davvero letta. Eppure, in quel respiro che si allunga, in quell’attimo di esitazione in cui il corpo si concede il lusso di cedere, vi è una rivelazione.
Sotto la patina imposta dall’abitudine, al di là del maquillage che l’anima indossa per fronteggiare la giornata, qualcosa si muove, qualcosa riaffiora: forse un ricordo, forse un desiderio non espresso, forse la semplice consapevolezza di essere vivi. È un bisogno primordiale, tanto fisico quanto spirituale, quello della tregua. Come il sipario che cala tra un atto e l’altro, non per porre fine alla storia, ma per permettere alla scena di rinnovarsi, così il sospiro diventa il preludio di una rinascita, un momento di resa che contiene in sé la promessa di un nuovo inizio.