Frase Zen di oggi: “In sostanza nulla esiste, ma se c’è il tè bevo il tè e se c’è il riso mangio il riso.”
(Proverbio Zen)
Spunti di riflessione
La filosofia Zen ha la peculiarità di racchiudere in poche concise parole, messaggi profondi che non sono sempre immediati da comprendere. Infatti, i proverbi e gli aforismi Zen mirano a far risvegliare in noi un’intuizione superiore e a non farci restare intrappolati nella mente razionale.
Più cerchiamo di spiegare intellettualmente il significato di una frase, più ci allontaniamo dal coglierne la vera essenza.
Con lo Zen ognuno può afferrare fin dove è pronto a comprendere e non c’è un punto fisso che sia giusto o sbagliato: il momento che stiamo vivendo è sempre giusto in base al nostro livello di maturità.
Sul proverbio di oggi, si possono dire poche cose che non risultino poi fuorvianti. Quel po’ su cui si può davvero meditare è: la “realtà” che io vivo ha valenza assoluta? Quali sono gli inganni della mente? Scoprire che il reale non è “reale”, non vuol dire che io debba negare ciò che sto vivendo, ma che posso avere un’osservazione distaccata e consapevole di ciò che mi accade.
Un breve estratto dal sito thezensite.com, può aiutare ad approfondire la riflessione sul “nulla dello Zen”:
- Le persone possono facilmente interpretare “vuoto” come “nulla” o “non esistenza” e considerare la dottrina buddista del vuoto come una forma di nichilismo, proclamando che l’intero universo non è nulla o che nulla esiste. Per Naagaarjuna, coloro che vedono `Suunyataa come “nulla” o “non esistenza” non conoscono il profondo significato della distinzione tra verità mondane e trascendentali. Assumono che esista “un solo” punto di vista universale dal quale si dovrebbero esaminare tutte le cose. Ma in realtà gli insegnamenti del Buddha sono presentati per mezzo della Duplice Verità.
- Mondano. La verità ha a che fare con le condizioni di questo mondo fenomenico che sono causalmente interdipendenti l’una dall’altra. Naagaarjuna riconosce che, dal punto di vista della verità mondana, gli oggetti della verità convenzionale appaiono come se avessero un’esistenza indipendente da chi li percepisce. Questa verità classifica gli oggetti come “sedia”, “tavolo”, “io”, “mente” o altre cose sensibili e, in questo modo, è usata per svolgere le faccende quotidiane. Ciò che Naagaarjuna vuole negare è che i fenomeni empirici sono “assolutamente reali”.
- Dal punto di vista trascendentale tutte le cose sono prive di fisso, essenza, sostanza o realtà determinata e autoesistente. Ma dire che nulla è assolutamente reale non significa che nulla esista. Non annulla nulla al mondo. Non è la negazione dell’universo, ma semplicemente l’evitare di fare qualsiasi differenziazione essenziale e speculazione metafisica su di esso.
Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.