Diventiamo come ciò che odiamo: combattiamo senza odiare.
“Possiamo combattere contro ciò che è sbagliato, ma se permettiamo a noi stessi di odiare, ciò significa assicurarci la nostra sconfitta spirituale e la nostra somiglianza con ciò che odiamo.” – George William Russell
Spunti di riflessione
Riusciamo a mantenere la nostra integrità spirituale e morale nel perseguire la giustizia?
La riflessione che viene suggerita dalla citazione è nonostante sia giusto e necessario combattere ciò che è sbagliato, non dobbiamo permettere a noi stessi di odiare ciò che combattiamo. Odiare ci strappa via dai nostri veri ideali e ci trasforma in ciò che odiamo.
Vi è, infatti, una sottile e profonda differenza tra la lotta contro l’ingiustizia e l’odio. Combattere per il bene può essere una forma di giustizia, ma quando questo si trasforma in odio, si corre il rischio di perdere di vista il nostro vero scopo e i nostri principi. L’odio distorce, genera violenza e distrugge il tessuto stesso della giustizia che si cerca di difendere.
Russell sottolinea il concetto che ciò che odiamo può influenzare la nostra stessa essenza. L’odio può assorbirci, cambiarci e farci somigliare a ciò che condanniamo. Quindi, la chiave potrebbe essere lottare con passione per il bene senza permettere all’odio di contaminare il nostro spirito.
La lotta contro l’ingiustizia dovrebbe essere guidata da valori positivi e non alimentata dall’odio che nasconde diverse insidie e che mostra una mancanza di coerenza con noi stessi.