E’ strano che non si possa semplicemente desiderare quello che si vuole. Ma, per la verità, da dove ci vengono i desideri? E che cos’è un desiderio? – Michael Ende
Spunti di riflessione
Michael Ende affronta il tema della natura profonda del desiderio e della sua origine misteriosa. La frase pone un paradosso che molti possono riconoscere nella propria vita: anche se sappiamo di voler qualcosa, non abbiamo un controllo diretto sui nostri desideri. Non possiamo decidere, in modo arbitrario o razionale, che desidereremo una cosa piuttosto che un’altra. I desideri sembrano provenire da un luogo più profondo, come se fossero innati o guidati da forze a noi in parte estranee, più istintive o addirittura inconsce.
Ende ci spinge a chiederci: da dove provengono i desideri? È come se i nostri desideri non fossero semplici prodotti della nostra volontà, ma riflettessero una dimensione più complessa della nostra interiorità. Alcuni filosofi e psicologi direbbero che i desideri nascono dall’inconscio, dalle nostre esperienze passate, dalle nostre relazioni, e da ciò che in noi è archetipico e universale. Altri ancora sostengono che i desideri rappresentano una sorta di bussola, un modo per orientarci verso ciò che potrebbe arricchire o completare la nostra esistenza. Nonostante le diverse teorie, il desiderio stesso rimane ambiguo: può essere costruttivo, avvicinandoci a ciò che ci completa, o può allontanarci, portandoci verso illusioni e disillusioni.
La domanda finale di Ende, “che cos’è un desiderio?”, apre a una riflessione ancora più profonda. Desiderare non è solo volere, ma è una tensione verso qualcosa che spesso è indefinito o inafferrabile. Desiderare è anche avere una parte di sé che sente mancanza o incompletezza, un movimento continuo verso qualcosa che appare sempre al di fuori della portata immediata. Desiderare, in un certo senso, è essere umani, perché ci ricorda che siamo sempre in cerca di qualcosa oltre l’ordinario, qualcosa che ci spinge a crescere, a esplorare, a sperimentare.
In conclusione, Ende ci invita a riconoscere e forse accettare il mistero del desiderio, vedendolo non come un ostacolo, ma come un elemento centrale della nostra esistenza, un luogo in cui convivono la bellezza, la vulnerabilità e il potenziale trasformativo della nostra natura umana.