Coscienza e anima: cosa sopravvive dopo la morte?

Tratto dal libro ‘Cyber – La visione olistica‘ di Nitamo Federico Montecucco.

Nascita dell’anima: la coscienza cibernetica

[…] Ciò che pensiamo sia stabile e sicuro in realtà, alla luce dei fatti potrebbe non esserlo proprio, e ciò che pensiamo sia più immateriale e sfuggente potrebbe rivelarsi l’unico punto fermo. Stiamo parlando del corpo e della coscienza. Nel best-seller americano Quantum Healing il dott. Deepak Chopra presenta una serie di dati scientifici che evidenziano come il 98% degli atomi del nostro corpo non siano gli stessi di un anno prima. Attraverso l’alimentazione e il ricambio metabolico noi cambiamo tutti gli atomi del nostro corpo in tempi brevissimi: lo scheletro che sembra così solido rinnova i suoi atomi ogni tre mesi (il calcio invece richiede uno o più anni), il fegato ogni sei settimane, la pelle ogni messe; ogni quattro giorni ci ritroviamo un nuovo tessuto di rivestimento dello stomaco, mentre le cellule epiteliali si rinnovano ogni cinque minuti.

Eraclito, il famoso filosofo greco, ricordava che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, e il corpo fisico è estremamente simile al flusso d’acqua di un fiume, in continuo cambiamento. Ciò che non cambia è la nostra coscienza, eppure anche nel cervello, le cui cellule nervose (i neuroni) quando muiono non vengono rimpiazzate, i vecchi atomi vengono costantemente cambiati con degli atomi nuovi. Tutto ciò significa che la nostra unità di coscienza centrale, la nostra identità, rimane stabile ed “usa” gli atomi degli alimenti per costruirsi una struttura materiale adatta. […]

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La cellula è una struttura funzionale dinamica composta da miliardi di atomi che vengono continuamente sostituiti da un incessante ricambio metabolico.

Processo di creazione dell’anima

Proviamo a capire il processo di “creazione dell’anima”. Nella storia di Sheldrake dei campi morfogenetici (che creano la forma) […], si ipotizza che ogni struttura fisica, ossia costituita di atomi, in quanto “forma”, possiede un “campo morfogenetico” che la crea e la sostiene.

L’ipotesi coscienza sostiene che ogni unità vivente possiede una sua dimensione fisica/energetica di forma e una parallela dimensione immateriale di coscienza. Anche una cellula possiede quindi una sua unità di coscienza.

Ma cosa succede quando miliardi di cellule diventano un multicellulare? Quando miliardi di unità di coscienza cellulari si fondono in una super-coscienza, si viene a creare una rete, un “campo di informazioni unitario” molto più denso e importante della semplice somma di parti che la compongono, una nuova unità di coscienza, caratterizzata da estrema coerenza e sincronizzazione, ossia una nuova entità superiore e relativamente autonoma.

La sopravvivenza della coscienza individuale

Ogni animale, uomo compreso, è quindi inizialmente formato da un campo collettivo di informazioni e di coscienza generato dalle sue cellule. Questo campo collettivo all’inizio è debole, poi diventa stabile e col tempo ottiene totale autonomia: ecco l'”anima”, il Cyber. Se questo campo di coscienza resta stabile in mezzo al vorticoso trasformarsi e modificarsi degli atomi che ne compongono la struttura fisica, al momento della morte, questa unità sopravviverà anche senza atomi e senza corpo, come unità di coscienza nella dimensione informatica e quindi immateriale dell’esistenza. La permanenza, l’immortalità della coscienza viene così spiegata anche da un punto di vista logico. Benché non si possa sapere cosa accada di preciso, certamente si spiegano le innumerevoli esperienze di premorte o NDE (Near Death Experiences), le esperienze di uscita dal corpo o OBE (Out of the Body Experiences), il ricordo delle vite passate, di cui Jan Stevenson e altri ricercatori dell’Università della Virginia hanno riscontrato almeno 2500 casi in bambini e adulti. In tutto il mondo, qualificati psicologi e psichiatri hanno riportato casi di persone che, in stato di regressione ipnotica o cosciente, ricordano esperienze di vite passate e risolvono difficili problemi psicofisici tramite il recupero di antiche memorie traumatiche. I mistici hanno sempre riportato le loro esperienze di viaggi nell’altra dimensione che evidenziano in modo consistente questa persistenza della coscienza individuale e di una parte essenziale delle memorie, anche separate dal corpo.

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Il desiderio di riavere un corpo e ricominciare una nuova esperienza sono le spinte universali e innate che muovono l’intera ruota dell’evoluzione della coscienza. Si muore, si rinasce, ci si evolve comprendendo il senso dell’Universo in cui viviamo fino a realizzare che la coscienza che ci anima è la stessa coscienza del Tutto.

('Cyber - La visione olistica' pagg. 184-185)

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