Coscienza, consapevolezza e informazione: la Teoria dei Cyber. Tratto da ‘Opera interdisciplinare’ diretta da: Nitamo Federico Montecucco, Enrico Cheli.
La teoria dei Cyber è una concezione scientifica unitaria che permette una comprensione non-divisa degli aspetti materiali e spirituali dell’essere umano e dell’esistenza. Il modello Cyber è il primo modello olistico di coscienza, che utilizza una concezione informatica, e permette di leggere ogni processo biochimico, biologico, neurofisiologico e mentale in termini nuovi e altamente significativi rispetto alla visione dicotomica tradizionale. La teoria dei Cyber è il primo tentativo di integrare fluidamente le moderne concezioni scientifiche neuro-cibernetiche con le antiche tradizioni filosofiche e spirituali, creando un ponte per una comprensione unitaria della vita e dell’essere umano su questo pianeta e della sua continua evoluzione.
Cibernetica olistica
Come unificare materia e spirito, cervello e coscienza? La consapevolezza della profonda dicotomia tra scienza e spiritualità, ha motivato la tendenza filosofica e scientifica più avanzata degli ultimi decenni a riformulare i termini della ricerca e, in alcuni limitati casi, del metodo sperimentale secondo una concezione scientifica olistica, in modo tale che il campo di conoscenza scientifica potesse abbracciare e comprendere ogni fenomeno dell’esistenza in modo unitario, ricucendo la frattura tra scienze fisiche e scienze umane e psicologiche, e, più in generale, tra scienza e natura, frattura che sta alla base della gravissima crisi ecosistemica globale.
Riunire queste due dimensioni (che di fatto non sono mai state separate se non nella nostra mente) dovrebbe diventare nell’immediato futuro l’impegno primario dell’intelligenza internazionale.
Un contributo a questa sfida emergente è rappresentato dalla cibernetica olistica e dalla teoria dei Cyber. Ma perché proprio la cibernetica? Cosa c’è di tanto particolare e profondo in questa branca della scienza che ha dato vita all’esplosione informatica dei computer e delle comunicazioni digitali?
La rivoluzione cibernetica
La cibernetica nasce negli anni Quaranta grazie al matematico Norbert Wiener del Massachussetts Institute of Tecnology. La cibernetica, nonostante sia stata quasi totalmente utilizzata in modo materialista, può essere considerata una scienza di confine in quanto, come specifica il premio Nobel Manfred Eigen, la natura delle informazioni è “immateriale”. Sin dagli inizi della cibernetica, l’”informazione” è stata dichiarata concettualmente priva di energia e di massa. Potremmo quindi dire che la cibernetica è la più sacra tra le scienze: essendo basata su un concetto immateriale, può avvicinarsi alla comprensione e quantificazione della coscienza, la più immateriale delle cose esistenti.
Grazie alla cibernetica, scienza delle informazioni, la grande divisione tra corpo e mente, tra materia e coscienza sta per cadere, così come è caduto il muro tre le due Germanie. Una monumentale sintesi è alle porte, scrive il fisico Michael Talbot nel libro Beyond the Quantum asserendo, come molti altri ricercatori e pensatori, l’indubbia preminenza delle informazioni sull’energia.
I fisici John Wheeler della Texas University e Edward Fredkin del M.I.T. propongono, in due separati lavori, che dovremmo iniziare a percepire e interpretare l’universo come se fosse costituito, in ultima analisi, non da materia o energia, ma da pura informazione. Il linguaggio cibernetico permette, infatti, di comprendere in modo unitario l’intera gamma dei fenomeni naturali e mentali.
Vita e coscienza come processi informatici
Come già accadde a Gregory Bateson, quando osserviamo e descriviamo il mondo in termini di informazioni diventiamo consapevoli che praticamente tutto può essere spiegato con questo codice e, in particolare, vi possono essere spiegati i fenomeni più affascinanti: la comunicazione tra delfini, le incredibili architetture dei cristalli, dei termitai o dei cervelli, le capacità di apprendimento, di riconoscimento, di memoria e di comunicazione dei globuli bianchi, le complesse strutture unicellulari, la vita delle api, fino all’intera organica rete di relazioni che è l’intelligenza inesplicabile del nostro pianeta: la Terra Gaia.
Utilizzando i codici dell’informazione, Manfred Eigen ha dato una nuova e affascinante luce al fenomeno dell’origine della vita sulla Terra e all’intero processo dell’evoluzione. Secondo Eigen l’informazione rappresenta l’essenza stessa della vita e, pur essendo sempre coerente alle leggi di natura, costituisce un codice d’interpretazione che apre una dimensione evolutiva totalmente nuova.
Siamo alle soglie di una possibile rivoluzione scientifica globale: la coscienza e i fenomeni dell’intelligenza naturale, fino ad ora non considerati dalla scienza, iniziano ora ad essere misurati in termini di informazione e, quindi, analizzati e compresi come processi reali.
Il concetto stesso di vita, che è sfuggito fino ad ora ad ogni tentativo di definizione, è stato ripreso dal fisico della Columbia University Gerald Feinberg e dal biochimico della New York University Robert Shapiro nel loro libro Life Beyond Earth. Secondo i due ricercatori, l’ordine diventa un altro modo di esprimere quante informazioni sono codificate in un sistema; per cui ciò che è vivo (sistema vivente) dovrebbe essere misurato in termini di informazione.
“Bisogna parlare di mente-corpo come di un’unica entità integrata”, propone Candace Pert, la famosa ricercatrice del NIMH (National Institute for Mental Health); le sue ricerche hanno permesso la scoperta delle endorfine e dei neuropeptidi, molecole che trasmettono le informazioni emozionali e mentali, ed hanno evidenziato che queste molecole non si trovano solo nel cervello e nel sistema nervoso, ma in tutto il corpo umano. La Pert ha quindi proposto di considerare l’intero corpo una rete di informazioni, un complesso circuito pensante che abbraccia ogni cellula dell’organismo.
Logica della cibernetica olistica
Per la cibernetica olistica l’esistenza è un’organica e indivisibile totalità, un’unica energia intelligente che si manifesta a noi in due aspetti polari: la dimensione esteriore, oggettiva o esplicata costituita da materia-energia, e la dimensione interiore, soggettiva o implicata costituita da informazione-coscienza.
La cultura scientifica materialista si è manifestata in modi distruttivi verso l’ecosistema naturale ed umano. La visione unitaria nasce quando comprendiamo che la coscienza è la matrice che unifica la vita in ognuna delle sue infinite dimensioni.
E’ necessario rifondare la scienza, cercando di percepire in ogni essere e fenomeno l’unità tra materia e coscienza, tra energia e informazione, ossia tra la forma oggettiva del corpo e il contenuto soggettivo di informazioni della psiche.
Come propone Francis Crick, una scienza olistica può esistere solo accettando che la dimensione della coscienza e i fenomeni ad essa connessi, siano un legittimo e essenziale campo di ricerca e conoscenza scientifica. La cibernetica rappresenta lo strumento tecnico e cognitivo per comprendere i processi di coscienza e l’unità in essi “implicata”, quantificandoli, analizzandoli e studiandoli come informazioni.
Tuttavia, per giungere ad una reale comprensione cibernetica e olistica della realtà, occorrono – oltre che l’esperienza profonda della propria coscienza – precise ipotesi e basi concettuali. Le intuizioni devono essere supportate da un ordine logico formalizzato che possa guidare ogni ricercatore con princìpi universali.
Questo insieme di considerazioni, definizioni, princìpi e logiche prende il nome di Teoria dei Cyber.
Umiltà epistemologica
La bellezza e la globalità di una nuova scienza olistica devono essere presenti sin dalla sua nascita. Così come già nelle sue radici deve trasparire la consapevolezza della non conoscenza.
Indagando la coscienza del vivente, ci ritroviamo innanzi alla coscienza del Tutto e, spontaneamente, si manifesta in noi un infinito senso di reverenza e una profonda consapevolezza della nostra limitazione intellettiva, il saggio confine dell’ignoranza.
Sappiamo che esistiamo, che siamo coscienti, Cartesio ha evidenziato come questa affermazione sia basilare e certa, ma non sappiamo, né probabilmente mai sapremo, penetrare il mistero della coscienza stessa. E’ già una rivoluzione, però, aprire una porta su questa dimensione insondabile e osservare, cercare di comprendere, di conoscere, con la nostra infinitesima coscienza, frammenti di logiche universali della infinita coscienza cosmica, della bellezza illimitata che alcuni ancora chiamano il Corpo di Dio.
Questa consapevolezza della non conoscenza, e forse dell’inconoscibilità, è l’unica via per avere equanimità e umiltà epistemologica.
Definizioni cibernetiche di coscienza
Per maggiore chiarezza riportiamo le definizioni operative dei principali termini che utilizzeremo nell’esposizione della Teoria dei Cyber.
- Coscienza: capacità autonoma* di percepire o conoscere il senso o significato di un’informazione. Sinonimi: la soggettività, il testimone, l’osservatore, il Sé.
- Mente: capacità autonoma* di elaborare informazioni, come: ricezione, analisi, associazione, separazione, categorizzazione, selezione, trasmissione ecc. Sinonimi: psiche, pensiero, intelletto.
La mente entra in gioco molto più tardi della coscienza, è una sua derivazione evolutiva, una sua complessificazione che nasce dalla divisione dell’Uno originario in infiniti frammenti auto-coscienti.
- Intelligenza: capacità di utilizzare informazioni per risolvere un problema o per realizzare progetti secondo uno scopo o finalità (teleologia).
- Memoria: capacità di conservare informazioni.
- Informazione: un bit, o quanto di informazione, una minima differenza percepibile o rilevabile.
*L’aggettivo “autonoma” viene usato perché esistono macchine – non autonome – come i computer, che sono create dagli uomini per elaborare informazioni o percepirne un certo significato. Un computer elabora informazioni più o meno come un cervello, ma non possiede (né mai possederà) né autonomia, né coscienza del loro significato, caratteristica peculiare dei soli esseri viventi.
Passiamo ora dalla definizione dei termini agli strumenti logici. Per una conoscenza unitaria occorrono strumenti unitari. Inizieremo con l’esposizione dell’ipotesi coscienza e dei princìpi cibernetici che rappresentano le fondamenta logiche della Teoria dei Cyber.
L’IPOTESI COSCIENZA E I “PRINCIPIA CYBERNETICA”
L’ipotesi Coscienza
La Teoria dei Cyber si basa sull’Ipotesi Coscienza. L’Ipotesi Coscienza afferma che l’intera esistenza è Una Infinita Coscienza: un multidimensionale universo composto e animato da un’unica energia intelligente.
L’esistenza Una e Sacra si manifesta in infiniti aspetti e dimensioni, coscienti e intelligenti; il suolo su cui poggiamo i piedi, la nostra mente, il nostro stesso corpo e gli atomi di cui è composto, questo pianeta rotante, come le altre stelle, sono terra sacra!
Questa infinita coscienza, come un continuum vuoto oltre lo spazio.tempo che si insinua nelle pieghe frattali delle meccaniche quantistiche, costituisce la matrice “implicata” di ogni ordine, intelligenza e bellezza.
Pervadendo l’intimo cuore di ogni frammento di realtà, questo oceano di coscienza rimane tuttavia immoto e incontaminato, è il motore immobile, il perno vuoto delle mastodontiche ruote cosmiche in perpetuo movimento. E, pur sfrangiato nella complessità delle sue molteplici dimensioni, esso rimane uno, come un possente albero celato dalle sue stesse foglie.
Coscienza è un termine che rappresenta la dimensione unitaria e sacra dello spirito e la natura essenziale di Dio, chiamato appunto la Coscienza del Tutto. La coscienza è stata raffigurata da sempre come luce e simboleggiata da un occhio, ad indicare la sua principale caratteristica di osservare e conoscere. La natura della coscienza è non-duale, allo stesso tempo immanente e trascendente, continua, intelligente, indipendente dallo spazio e dal tempo e, quindi, senza estensione o età.
I Princìpi Cibernetici
I princìpi cibernetici sono le leggi logico-analogiche che sostengono la Teoria dei Cyber, sono degli aforismi, delle affermazioni sintetiche espresse in linguaggio cibernetico-informatico che possono essere rintracciate e riconosciute nella maggior parte delle tradizioni spirituali, filosofiche e scientifiche. Lo scopo dei princìpi cibernetici è quello di costituire una semplice e chiara base logico – filosofica per comprendere in modo olistico le leggi della coscienza e del suo sviluppo. La loro matrice universale fornisce una concreta e profonda base comune per una comprensione unitaria e globale della realtà, un primo inizio di scienza olistica, su cui è fondata la Teoria dei Cyber.
I primi tre princìpi cibernetici, chiamati princìpi archetipici, sono la rilettura cibernetica delle tre Matrici Archetipiche, una ricodificazione dei pilastri che reggono la coscienza collettiva dell’umanità.
Principio del Campo Vuoto Primordiale della Coscienza: il primo principio archetipico
Lo Zero è l’elemento-numero del Vuoto-Nulla- Indifferenziato originario.
La Matrice Zero in termini cibernetici può essere definita come un “campo zero” o “campo vuoto” caratterizzato da totale assenza di informazioni. Definendo l’informazione come la minima differenza comunicabile e, ipotizzando l’inizio come totale stasi, abbiamo di conseguenza un infinito “campo informatico” privo di differenze e, quindi, a “zero” informazioni. La coscienza vuota deve essere considerata, quindi, lo stato di base dell’esistenza.
L’assenza totale di movimento del campo zero, V=0, dove il movimento è definito matematicamente come V=S.T (dove V è la velocità, S lo spazio e T il tempo), porta alla conclusione che lo stato iniziale era senza spazio e senza tempo, non vi era possibile divisione negli eventi (zero informazioni): l’intero campo era necessariamente indiviso e quindi unitario, ma non essendoci informazioni, sulla base dell’ipotesi di partenza, la coscienza esisteva senza contenuto e quindi era non-consapevole, non-cosciente.
All’inizio era il Buio assoluto, l’Indifferenziato, il Grande Vuoto, la nera notte, senza spazio, senza tempo né consapevolezza. L’inizio dei miti corrisponde ad una coscienza profondamente addormentata, un oceano di potenzialità senza movimento, senza differenze. Solo infinito Vuoto. Vishnu giace profondamente addormentato su un infinito oceano di Nulla, senza sogni, appoggiato sul serpente Ananta, l’Eterno, arrotolato su se stesso. Nella scienza questo primo livello corrisponde al concetto di vuoto.
Principio dell’Unità della Coscienza
Il secondo principio archetipico evidenzia la trasformazione del Campo Zero di coscienza vuota che si autopercepisce e diventa un Campo Unitario, una Oneness. Dal primitivo stato di coscienza vuota, dormiente e indifferenziata si ha l’emergere della coscienza, della consapevolezza di esistere. Dallo Zero emerge l’Uno. La Coscienza si risveglia e, non essendoci divisioni o limiti, realizza di essere Una, potenzialmente Infinita e Intelligente. Dallo stato di Zero informazione (e quindi di non-coscienza) si passa all’informazione Uno (o auto-coscienza). E’ il primo processo cibernetico autoreferente, il primo auto-feedback, l’informazione ritorna, o meglio (non essendoci spazio e tempo) “riverbera”, “risuona” in se stessa. Gli antichi indiani l’hanno chiamata Swaiambur, “colei che si sostiene da sola”.
Il grande mistero da cui nasce la sacralità dell’esistenza è proprio questo risveglio della coscienza cosmica addormentata, che diventa “consapevole di esistere” come infinità vuota, come “campo di informazione-coscienza unitaria”. E’ questa coscienza che da vita e intelligenza al Tutto, senza questa coscienza risvegliata l’intero universo sarebbe materia senza vita e senza la benché minima coscienza, in nessuna forma. Mitologicamente questo “campo unitario di coscienza” è raffigurato come un Uovo d’Oro, rivestito dallo splendore di mille raggi, dalla cui fecondazione e successiva “rottura” nascono i mondi.
La Coscienza risvegliata è universalmente rappresentata come Luce, e con la qualità intrinseca dell’Amore (Eros). Da questa Coscienza, Una, Luminosa e Amorevole nasce la creazione.
Nella scienza questo livello di Infinito Vuoto Cosciente ancora immanifesto, e quindi ancora senza spazio-tempo, corrisponde al concetto di ordine implicato di Bohm e di Vuoto Sub-Quantistico di Laszlo, in astrofisica corrisponde all’istante che immediatamente precede la singolarity, da cui origina il Big Bang.
Per questo tornando al vuoto e al silenzio ci si ritrova nella coscienza originaria.
Fecondazione e Rottura dell’Uovo della Coscienza Cosmica
Ma come avviene la “fecondazione” e la successiva “rottura della simmetria”? Come può, da questo “campo di coscienza unitaria” assolutamente indivisa e immobile, scatenarsi un così drammatico processo di creazione fisica che porta alla formazione del nostro Cosmo, in cui, per ora, sono state osservate circa cento miliardi di galassie, ognuna delle quali è formata da circa cento miliardi di stelle?
Teoricamente questo evento accade in una dimensione ancora indivisa e quindi aspaziale e atemporale, e può essere “durato”, come sostengono molti miti, per molte eternità; ma è tuttavia evidente che da questo stato nasce successivamente la più grande instabilità immaginabile che dalla completa immobilità porterà alla creazione dinamica del cosmo. Anticipiamo che non siamo purtroppo in grado di immaginare eventi al di fuori dallo spazio e dal tempo, le nostre metafore della dimensione “implicata” quindi saranno condizionate da immagini mentali spazio-temporali; se le metafore saranno corrette porteranno comunque un’espansione della comprensione.
L’evento più significativo dal punto di vista cibernetico è proprio la transizione di fase dal “campo di coscienza unitaria”, che immediatamente precedette e provocò la singolarity, all’esplosione del Big Bang e alla sua successiva frammentazione. Seguendo le tracce dei miti possiamo ipotizzare che nell’oceano immobile della coscienza dormiente nasca la prima “differenza” che stimola la coscienza dell’essere. Questa presa di coscienza – che viene comunemente tradotta come: so ham, “io esisto” – è da interpretarsi come un evento critico, una minima, impercettibile variazione del campo, l’onda della prima informazione. E’ la “scossa” con cui Ta’aroa uscì dalla sua conchiglia che sembrava un uovo. Questo “io” è come l’informazione, senza corpo, di uno spermatozoo che feconda l’immenso corpo di un uovo, che da solo non può suddividersi. Questo evento è catalitico: in un oceano di silenzio infinito e statico, un sussurro, la prima informazione “rompe” l’equilibrio perfetto e crea una cascata di eventi cibernetici. Una prima differenza genera una reazione a catena di differenze, come uno specchio che riflette il nulla e si rompe generando infinite immagini di nulla. Siamo così alla creazione del molteplice, che gli antichi a volte chiamavano Maya, l’Illusione. Dall’ombelico di Vishnu Dormiente sorge un fiore di loto da cui nasce Brahma, che crea, sognandoli, infiniti universi e dimensioni.
Principio dell’Energia Intelligente Creativa
Dallo Zero-Uno si creano infiniti numeri e dimensioni. Nella Coscienza Vuota, Una e Infinita, ancora implicata e immota, si produce una fertile e amorevole “rottura” dell’equilibrio-simmetria che produce un movimento di informazione-energia vivente-intelligente, una divisione-moltiplicazione dell’Uno negli Uno, che crea sincronicamente-olograficamente le infinite Unità-Creature e le infinite Dimensioni-Livelli che compongono l’esistenza.
La cascata cibernetica di eventi di moltiplicazione-divisione che seguono l’iniziale rottura della simmetria è infinita come la matrice da cui essa stessa deriva. Il numero delle unità cibernetiche che ne derivano è potenzialmente infinito anche se, da un punto di vista atomistico, alcuni fisici hanno “calcolato” il numero approssimativo degli atomi dell’intero universo.
La rottura dell’equilibrio altera lo stato di stasi, si genera un movimento; V (la Velocità), non più uguale a zero, crea un valore discreto di S-T: il movimento produce lo spazio-tempo. Questo movimento è perfettamente rappresentato dal fotone, araldo di ogni particella elementare, che si muove alla massima velocità possibile nella nostra dimensione, ma, dato V=S.T, non potrebbe quindi essere, al contrario, che l’intero spazio-tempo è relativo in quanto creato proprio dal movimento degli infiniti fotoni?
Il fotone è un “quanto” di energia ma noi possiamo osservarlo come un “quanto” di informazioni che si muovono alla velocità di trecentomila chilometri al secondo.
L’energia è informazione in movimento! La sua raffigurazione mitologica è il simbolo della spirale o del serpente, emblema dell’energia intelligente e creativa.
La rappresentazione della Creazione nelle varie tradizioni è schematizzata nella tavola ** .
Ologrammi cibernetici
La Coscienza Una, Vuota e Infinita si suddivide, moltiplica olograficamente e sincronicamente in infinite energie-parti. Ogni parte è una unità di energia-coscienza che riflette olograficamente il Tutto e ad esso rimane sincronicamente connessa. In ogni singola unità dell’esistenza sono quindi presenti gli stati di coscienza corrispondenti all’Unità e al Vuoto: la coscienza di Sé e lo stato di sonno senza sogni, ossia lo stato di attività e di inerzia.
La Creazione è il processo di infinita divisione-moltiplicazione delle parti all’interno dell’Unità stessa che crea differenze e quindi moltiplica le informazioni. Maggiore è la divisione delle parti, maggiore è la moltiplicazione delle informazioni e la possibilità che l’esistenza ha di conoscere Se stessa. L’Infinita Unità di Luce-Coscienza si frammenta in infinite unità di luce: dal Big Bang emergono infiniti fotoni e particelle subatomiche, quanti di luce-energia. L’Uno si è frammentato in infinite parti, si è diviso in infinite dimensioni e tuttavia l’Uno rimane, come affermano le Isa Upanishad: Questo è il Tutto, quello è il Tutto. Dal Tutto emerge il Tutto ed il Tutto ancora rimane.
Ritroviamo questo concetto di unità all’interno dell’unità praticamente in tutte le cosmologie, sintetizzato nell’aforisma di Ermete Trismegisto: Come in alto, Così in basso, così come nella poesia di William Blake Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvaggio, sostieni l’infinito nel palmo della tua mano e l’eternità in un’ora. Ciò che appare diviso in realtà è profondamente connesso con il sottostante ordine implicato della coscienza. Come le onde sono connesse al profondo abissale oceano, così ogni parte-energia è intimamente connessa all’intelligenza infinita che l’ha generata e che la sostiene.
Nella scienza questo principio dell’unità originaria si trova alla base dell’idea della singolarity, del Big Bang e della Teoria del Campo Unificato, ossia di un unico principio e di un’unica energia da cui tutto deriva per successive rotture della simmetria originaria.
La coscienza originaria non solo si è frammentata in infinite unità olografiche e sincroniche, ma anche in infinite dimensioni e piani di realtà. Anche nella scienza esiste da tempo il concetto di multidimensionalità, nella fisica quantistica sono infatti teoricamente possibili infinite dimensioni di esistenza. Tuttavia, noi esseri umani, a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, percepiamo solo due dimensioni dell’esistenza: la realtà materiale e la realtà spirituale, poiché abbiamo un punto di vista limitato, che corrisponde al nostro attuale stato di coscienza duale.
Ogni Unità è un Tutto
Se formuliamo il principio creativo dal punto di vista dell’Unità-Creatura come individualità, abbiamo che ogni Unità-Creatura è parte inscindibile e fondamentale del Tutto, un frammento olografico della Coscienza Vuota del Tutto, che contiene le stesse informazioni della sua matrice e che è ad essa sincronicamente unita. Essendo la Totalità in ogni parte, ogni parte è sacra. Ogni parte riflette, nella sua limitazione, la coscienza, l’informazione e la creatività del Tutto. Questo legame cibernetico che connette ogni unità microcosmica all’infinita unità macrocosmica è la base più significativa della teoria dei Cyber.
Per questo, quando si realizza lo stato interiore di coscienza vuota e splendente, l’Atman, ci si ritrova sincronicamente uniti alla divinità, il Brahman.
Ogni singola unità di coscienza dell’esistenza ha quindi una sua propria individualità, memoria e grado di libertà. Per quanto la sua coscienza e la sua libertà le permettono, essa può decidere della sua vita sia orientandosi in senso involutivo, degradandosi, sia in senso evolutivo, arrivando alla riunificazione con la coscienza del Tutto. La tendenza all’unità, intrinsecamente presente nell’esistenza, porta alla creazione di unità viventi di differenti livelli di complessità e coscienza, che chiamiamo Cyber. Ogni Cyber in quanto parte dell’unità del Tutto esprime in Sé, come un seme, in modo sincronico e olografico, l’unità stessa su differenti ordini di complessità.
Le implicazioni dell’ipotesi coscienza: energia-informazione-coscienza
Dopo i princìpi cibernetici archetipici legati alle antiche tradizioni sacre, esponiamo i princìpi cibernetici che nascono dalle implicazioni dell’Ipotesi Coscienza con la scienza fisica, chimica e biologica.
Il punto centrale dell’ipotesi coscienza, come di ogni filosofia olistica, è che le due maggiori dimensioni dell’esistenza, quella oggettiva-esteriore e quella soggettiva-interiore, ovviamente coesistono, sono in profonda, costante interazione e possono essere indagate e conosciute con metodo scientifico: è l’unità tra il Cielo e la Terra. Se dal punto di vista olistico questa unità non presenta particolari problemi, è necessario creare delle basi logiche affinché questa logica unitaria sia accettata anche dalla scienza. Iniziamo con il primo concetto unificante, che ci permette di comprendere in modo più razionale e scientifico come la dimensione materiale sia intimamente connessa con quella spirituale.
Questa interazione, già categorizzata da Eccles e Popper, può essere sintetizzata nei due concetti: energia implica informazione, informazione implica coscienza. Queste due affermazioni di principio, che possiamo chiamare principio di implicazione informatica e principio di implicazione noetica, rappresentano dei formidabili strumenti operativi per trasformare le conoscenze della scienza classica in conoscenze olistiche.
Il termine “implica” è necessariamente indeterminato, non sottintende una totale uguaglianza tra energia e informazione. Questa indeterminazione è peraltro alla base della nostra conoscenza scientifica (principio di indeterminazione di Heisenberg) e come tale deve essere compresa e rispettata. Essa rappresenta l’evidenza dell’impossibilità di una quantificazione-comprensione assoluta della realtà e quindi richiede un atteggiamento elastico, aperto, che costituisce la base di una nuova epistemologia flessibile e olistica.
Le parole, qui, devono essere utilizzate come il dito che punta alla luna: il dito non c’entra, la parola è solo uno strumento per aprire nuove dimensioni alla nostra conoscenza e comprensione. I due atteggiamenti, dicotomico e olistico, nei confronti della dimensione ‘materiale-esplicata’ e ‘spirituale-implicata’ vengono ben espressi graficamente dalla differenza tra un semplice anello, in cui esiste un lato interno e uno esterno ben separati, e il nastro di Möbius, creato nel 1800 dal matematico tedesco August Ferdinand Möbius, in cui non vi è separazione tra il lato interno ed esterno, che in realtà sono una sola cosa (fig.* ).
Analizziamo ora i due princìpi di implicazione, che sono consecutivi e specificamente formulati per facilitare alla scienza il passaggio logico verso una visione unitaria.
Principio di implicazione informatica (o dell’energia intelligente): Energia implica informazione
Ricordiamo che l’intera esistenza materiale è energia. Andando a cercare il cuore atomico della grande madre natura, l’Atom Heart Mother della materia, la scienza ha scoperto che le particelle subatomiche hanno una natura energetica.
Prendiamo il fotone come esempio. Einstein stabilì che il fotone è un “quanto di luce”, la più piccola unità di energia luminosa. Applicando il primo principio dell’ipotesi coscienza, il fotone diventa un “quanto di informazioni”, una minuscola unità di energia che possiamo interpretare come un insieme di informazioni. Di un fotone ci sono noti lo spin, la frequenza, la posizione, la velocità, eccetera, ovvero le informazioni che lo caratterizzano, rappresentano la sua stessa vita e permettono alla nostra coscienza di conoscere questa piccola unità vivente. Nessun fotone è uguale ad un altro.
Quanti di informazione
Quindi, ogni forma di energia, sia a livello subatomico che fisico, può essere tradotta in termini informatici in quanto la base stessa dell’energia è costituita da unità discrete o “quanti” di energia che di fatto sono “quanti” di informazione.
Di un elettrone, di una cellula, di un essere umano o di una lontana galassia conosciamo esattamente soltanto le loro informazioni, ossia la parte di informazione che riusciamo a percepire e interpretare, e comunque rimane una conoscenza parziale: è impossibile conoscere la totalità delle informazioni di un’entità, perché la totalità delle informazioni è un’unità che presuppone autocoscienza e questa, ovviamente, può essere conosciuta solo dal Sé e non può essere trasmessa all’esterno.
Rigirando l’ottica di osservazione, possiamo dire che ogni entità vivente è espressione (forma) della propria informazione, ossia “incarna” la sua specifica informazione. Ogni bit o quanto di informazione che proviene da un’entità vivente ha con essa una relazione tendenzialmente sincronica e olografica, per questo l’informazione tende ad essere globale: ogni frammento è un ologramma dell’entità di cui fa parte.
Questo può avere infiniti risvolti. Il lavoro di qualsiasi scienziato, come di ogni polizia scientifica, è quello di ritrovare informazioni dai particolari più minuti che possano permetterci di risalire al soggetto e ricostruire l’intero evento. Poche righe scritte possono darci precise informazioni su chi le ha scritte e sul suo stato psichico, così come dall’analisi di laboratorio di una goccia di sangue possiamo avere un quadro dettagliato della salute di una persona, o analizzando la luce proveniente da una stella possiamo conoscere la sua composizione chimica e altri preziosi particolari.
Energia in-formata e intelligente
Ogni energia è informata. Questo principio evidenzia l’intima e inscindibile interconnessione che lega la forma all’in-formazione, la forma esterna e interna di una qualsiasi struttura fisica all’informazione che ne codifica senso, funzione e relazione tra le parti.
È importante anche comprendere che ogni corpo solido è rappresentabile come una complessa rete di atomi in precise relazioni dinamiche tra loro, e che questa relazione è un’informazione di estrema importanza.
Il nostro corpo, ad esempio, si ciba più di proteine che di atomi liberi. La proteina è il prodotto di un processo di aggregazione intelligente svolto dagli esseri viventi, un complesso di aminoacidi composti, a loro volta, da idrogeno, ossigeno, carbonio e idrogeno più tracce di altri elementi, ma delle loro infinite configurazioni possibili, solo 20 sono utili alla nostra vita e solo di questi 20 aminoacidi possiamo nutrirci. Non serve dare al corpo gli atomi senza quella precisa in-formazione di struttura. E per costruire queste strutture sono stati impiegati milioni di anni di evoluzione intelligente. Un semplice forno a microonde in un solo minuto può spezzare questi delicati legami vanificando 2 miliardi di anni di intelligenza evolutiva.
Forma e informazione, significante e significato, soma e psiche, espressione e contenuto sono alcune delle coppie di termini che evidenziano l’unità tra dimensione esterna-sensoriale e interna-conoscitiva.
Il principio di implicazione noetica: Informazione implica coscienza
Nous in greco significa anima, mente, coscienza. Il secondo principio cibernetico sostiene che ogni informazione implica coscienza. Le informazioni sono la porta della coscienza e sono esse stesse coscienza.
Il principio di implicazione noetica può essere utilizzato in differenti modi.
Nella sua accezione più semplice, afferma che l’informazione presuppone necessariamente l’esistenza della coscienza, ossia che l’informazione, in quanto messaggio, presuppone necessariamente una coscienza che la conosca. Il valore intrinseco di un’informazione è rappresentato dal suo “senso” o “significato” e la coscienza è “ciò che comprende il senso-significato delle informazioni”, e quindi, più in generale, il senso della vita.
Nel libro Il miracolo dell’esistenza, giudicato dal premio Nobel Sir John Eccles come uno dei grandi libri della nostra epoca, l’autore, Henry Margenau, fisico e filosofo della scienza alla Yale University, scrive: “La coscienza, benché la teoria dell’informazione non dica niente su di essa, non avrebbe significato senza l’informazione. Quest’ultima implica la coscienza, apre una porta verso di essa, misura ciò che vi entra – ma si ferma, in qualche modo, alla sua soglia… Possiamo dunque osservare che l’informazione, detta anche nega-entropia, la quale cresce ovviamente con il crescere del tempo, presenta la stessa tendenza alla vita”.
Mentre le informazioni, pur essendo immateriali, possono essere quantificate e quindi conosciute da un punto di vista scientifico e logico, la coscienza, essendo pura soggettività, per sua intrinseca natura non può essere oggettivata. In altre parole, la coscienza non possiede dimensione, peso o tempo, e quindi non la si può conoscere in modo razionale (da ratio: misura); si può arrivarvi indirettamente, attraverso la conoscenza delle informazioni, o direttamente, “diventando” la coscienza stessa con la meditazione o con un processo spirituale di “riconoscimento” o “identificazione”.
Quanti di coscienza: il campo olistico di Bohm
Nella sua accezione più forte il principio di implicazione noetica afferma che l’informazione è coscienza, ossia che ogni quanto di informazione è un quanto di coscienza. Quindi l’energia fisica di un qualunque fenomeno di natura è intimamente permeata dalla coscienza, che la anima attraverso codici e logiche informatiche. La coscienza è informazione viva. Ogni informazione è un punto di coscienza di Sé. Riportando questo concetto all’essere umano possiamo dire che noi siamo le nostre informazioni ossia la coscienza di tutte le informazioni della nostra unità vivente.
Questo concetto chiave per comprendere e spiegare l’interazione tra energia e coscienza nel mondo fisico era stato anticipato da Bohm secondo cui a livello quantistico, un elettrone, come ogni particella, oltre al normale campo elettromagnetico possiede un “campo olistico”.
Quello che è nuovo riguardo alla meccanica quantistica – dice Bohm – è che implica un nuovo genere di campo olistico. L’elettrone ha questo campo sottile, che è veramente un campo di informazione attiva, che lo guida. Il termine “sottile” significa “elusivo”, “intangibile” ma anche “finemente interconnesso”. Il campo dell’elettrone è finemente interconnesso all’ambiente circostante. Potremmo dire che questo campo sottile dell’elettrone ha una sua qualità mentale rudimentale… Questo suggerisce come non ci sia una divisione così netta tra materia e mente… Il campo dell’elettrone è influenzato da tutto quello che lo circonda. Se hai parecchie particelle allora hai, secondo il mio modello, un singolo campo interconnesso, ossia un pool di informazioni comuni per tutti. Tutto è in contatto istantaneo attraverso il campo di informazione. Questo è quanto succede anche agli esseri umani… Gli esseri umani, per mezzo delle loro menti, esistono in un campo di informazione.
Questo concetto di campo olistico rappresenta la descrizione scientifica più precisa e vicina al modello Cyber, sia nella forma che nello spirito.
Scopi e funzioni dell’ipotesi coscienza e dei princìpi da essa derivati
Riassumendo, l’ipotesi coscienza e, in particolare, i due princìpi di implicazione sono elementari assunzioni di principio che offrono una concreta possibilità alla scienza contemporanea di unificare la dimensione oggettiva alla soggettiva e trasformare così l’attuale paradigma dicotomico in un paradigma olistico e unitario. Questa trasformazione peraltro non comporta alcuna perdita di dati, al contrario, apporta profondità di comprensione e apertura di orizzonti.
L’applicazione dell’ipotesi coscienza e dei princìpi cibernetici da essa derivati rappresenta un efficace strumento per riconsiderare ogni fenomeno fisico-energetico come manifestazione-espressione di un’informazione-coscienza sottostante e comprendere l’intera realtà come costituita da energia vivente e intelligente organizzata in unità di coscienza. Questa ipotesi verrà dimostrata e avvalorata dai risultati sperimentali e dal senso globale delle comprensioni che da essa derivano.
Questa ipotesi può essere applicata ad ogni processo, fenomeno o legge fisica, permettendoci di intuirne lati fino ad ora nascosti.
Consideriamo, ora, le prime due leggi di termodinamica: il principio di conservazione dell’energia e della massa e il principio di entropia o tendenza al disordine, che sono fra i pilastri della scienza moderna. L’applicazione dell’ipotesi coscienza a questi due fondamentali princìpi ne trasformerà il senso e la possibilità di applicazione, creando le basi scientifiche per comprendere il modello Cyber e l’intero processo di evoluzione fisico-biologica come evoluzione della coscienza.
Il principio di conservazione dell’informazione e della coscienza: L’informazione-coscienza non può annullarsi o annichilirsi ma solo trasformarsi
Il principio di conservazione dell’energia e della massa sostanzialmente afferma l’impossibilità che qualsiasi energia e massa venga distrutta o si annichilisca, riproponendo l’antica massima che “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. All’inizio e alla fine di un processo, la quantità totale di energia e massa è assolutamente uguale. Dal punto di vista fisico, l’energia e la massa di una persona in vita o dopo la morte sono identiche, anche se il corpo si è totalmente decomposto: l’energia fisica e atomica del suo corpo si trasformerà in calore, sostanze di decomposizione, gas, liquidi e altri residui che, sommati, bilanceranno perfettamente la quantità iniziale.
Se integriamo questo principio con l’ipotesi coscienza, avremo il principio di conservazione dell’informazione e della coscienza: “nessuna informazione e coscienza può andare distrutta o annientata ma può certamente cambiare di stato o livello”. Lo chiameremo principio di conservazione cibernetica.
Memoria: la conservazione delle informazioni e della coscienza di Sé
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Conservazione delle informazioni significa memoria, ossia coscienza delle esperienze vissute e sperimentate nel passato e nel presente, che costituiscono la base della propria individualità. Siamo la coscienza delle nostre esperienze in toto, chi dovesse perdere totalmente le sue memorie sarebbe un individuo senza identità storica. La conservazione delle informazioni è quindi connessa con la conservazione della coscienza di Sé. L’unica certezza della nostra vita è che siamo sempre la stessa coscienza; anche se il nostro corpo cambia, anche se le nostre idee si modificano… la nostra identità profonda rimane immutata, come unico punto fermo nella grande giostra dell’esistenza.
Ritorniamo all’esempio precedente. Se consideriamo le informazioni e la coscienza di una persona viva e le paragoniamo a ciò che resta dopo la sua morte, dobbiamo convenire che apparentemente ben poco è rimasto. Ma se la correttezza del principio viene rispettata, dobbiamo fare un salto di consapevolezza e di intuizione per comprendere le varie trasformazioni dell’intera massa di informazioni e, soprattutto, della sua unità di coscienza. Conservazione della coscienza significa che il nucleo, l’essenza della nostra identità deve continuare ad esistere con il pool di informazioni essenziale, le memorie delle esperienze scritte in noi in maniera indelebile, che letteralmente ci hanno formato, mentre quelle più periferiche, non fondamentali, che già in vita a volte dimentichiamo, si trasformano o si degradano in gruppi di informazioni più semplici. Così accade alle informazioni genetiche e biologiche: con la disgregazione del DNA e degli organi fisici, si riducono a molecole sempre meno complesse e infine ad atomi che conserveranno un’informazione globale estremamente più “densa” rispetto agli atomi che non hanno avuto l’esperienza di essere stati parte di un essere umano.