Conosci te stesso: psicologia dell’inconscio. Tutto parte dalla conoscenza di noi stessi. Dobbiamo fare necessariamente questo percorso dentro di noi se vogliamo prendere le redini della nostra vita.
Imparare a conoscere noi stessi è la prima cosa che dovrebbe essere insegnata a scuola e in famiglia; purtroppo invece, questa cultura non è ancora parte acquisita dalla nostra società, che ci devia verso l’esteriorità, il conformismo e l’appiattimento intellettuale.
La ricerca interiore comincia solitamente quando ad un certo stadio della vita si tocca un punto di crisi che ci destabilizza e smobilita in noi “forze” sconosciute. Cioè, affiorano contenuti inconsci che chiedono attenzione e che se non affrontati minano il nostro equilibrio psicologico.
Estraggo un capitolo dal libro “Iniziazione alla Psicosintesi” di Fabio Guidi, che può essere un ottimo spunto per iniziare a prendere contatto con la nostra personalità.
Conosci te stesso: I copioni esistenziali
L’animo molteplice
[…] Ti sarai spesso domandato il motivo per cui non riesci a mettere in atto un proposito, anche se lo ‘desideri’ intensamente, oppure perché caschi continuamente nel solito comportamento che ritieni inopportuno. Ti sembra quasi di essere non una persona, ma più persone insieme, spesso con desideri, sentimenti e pensieri contrastanti. In effetti, la Psicosintesi ha introdotto il concetto di ‘subpersonalità’, partendo dalla constatazione che la ‘personalità’ umana non è qualcosa di unitario, ma presenta normalmente vari impulsi, tendenze, atteggiamenti, che assumono direzioni diverse, spesso indipendenti dalla nostra volontà ed estranei alla nostra consapevolezza. In definitiva, quando dico ‘Io’ penso di essere una persona perché faccio riferimento a questo corpo, ad un dato anagrafico, alla memoria di esperienze che mi vedono come un continuum, ma in realtà il mio Io è una moltitudine, una folla.
“Ognuno di noi – osserva Assagioli – rivela una personalità diversa, a seconda dei rapporti che ha con gli altri e con i gruppi di cui fa parte… E’ molto utile mettere in rilievo questo fatto dei vari ruoli che recitiamo. Ciò porta al raggiungimento di un’auto-coscienza che può svolgere consapevolmente ruoli diversi… Nel corso di questo lavoro di riconoscimento delle subpersonalità ci si rende conto che il sé, il quale sta ad osservare, non può essere identificato con alcune di esse… Questo è un riconoscimento molto importante che costituisce l’inizio della via alla futura psicosintesi”.
Adesso si tratta di fare conoscenza con il nostro ‘animo molteplice’, affrontando i fantasmi che in esso albergano. La prima cosa che devi tenere presente è che non è un compito né facile né piacevole. Potremmo dire che l’attento confronto con le tue subpersonalità costituisce il vero ‘giro di boa’, la scoperta che ti consente di iniziare la profonda immersione nella tua interiorità.
Una sub-personalità è una vera e propria ‘micro-personalità’:
- comporta una identificazione parziale, con un ruolo, una funzione, una persona, un gruppo sociale, un’età della vita, un’ideologia, ecc..; talvolta, attraverso queste identificazioni ci irrigidiamo, perdendo la capacità di affrontare il ‘nuovo’ nella nostra vita;
- sul piano corporeo, manifesta un particolare stato fisico, imponendoci spesso certe somatizzazioni, spasmi, blocchi energetici e tensioni muscolari;
- sul piano emotivo, denuncia specifici stati d’animo, bisogni e aspettative, che frequentemente si traducono in reazioni stereotipate e conflitti fonti di sofferenza;
- sul piano comportamentale, utilizza certe espressioni e una specifica gestualità, uno specifico linguaggio e un certo tono della voce, ma ci lega anche ad abitudini, desideri e impulsi non produttivi, o a veri e propri difetti;
- sul piano mentale, difende particolari convinzioni, idee e opinioni, non di rado fissandoci in un’ottica angusta e in pregiudizi.
Pertanto, spesso una subpersonalità si rivela essere una vera e propria prigione che ci racchiude in modi di essere inautentici e fonti di insoddisfazione e sofferenza. Conscio di questo, adesso, prova ad eseguire il seguente esercizio.
Inventario delle subpersonalità
Cerca d’individuare le tue varie identificazioni parziali, che spesso s’intersecano l’una con l’altra. Fai un elenco di:
a) Ciò che vuoi sembrare agli altri. Qual’è l’immagine complessiva che vuoi offrire all’esterno? Quali sono le varie ‘maschere’ che infili e sfili continuamente? Rifletti sul fatto che queste maschere non ti consentono dei rapporti tra ‘persone’, ma solo tra ‘ruoli sociali’.
b) Ciò che gli altri credono che tu sia. In che modo gli altri ti vedono? Come reagiscono ai tuoi modi di essere? L’uomo è un animale sociale e anche l’immagine che ha di sé non può prescindere dall’immagine che gli altri hanno di lui. Prendi nota dell ‘immagini’ che si riflettono nel grande e multiforme ‘specchio sociale’: tu sei anche quella – spesso contraddittoria – realtà.
c) Ciò che gli altri vorrebbero che tu fossi. Quali ‘aspettative’ hanno, nei tuoi confronti, le persone che più ti sono vicine? E gli ambienti che frequenti? Si tratta della ‘pressione sociale’ che subiamo continuamente e, spesso, inconsapevolmente. In questo modo, i modelli esteriori e gli stereotipi culturali provocano sensi di inadeguatezza e di colpa, e ci spingono verso il conformismo sociale.
Questa prima indagine ti ha permesso di individuare una serie di subpersonalità, su cui dovrai in seguito lavorare. Ti propongo, in proposito, i seguenti esercizi che ti permetteranno di contattare più in profondità certe parti di te.
Incontro con una subpersonalità.
Scelgli un aspetto della tua personalità che ti sembra piuttosto importante, significativo.
Dagli una forma, un’immagine, un ambiente, un’atmosfera…
Entra in contatto con l’energia che emana… Lascia che si esprima liberamente: che parli di sé, delle sue abitudini, dei suoi bisogni…
Fagli delle domande, se vuoi…
Dai un nome a questa parte di te…
Incontro con la polarità opposta.
a) Scegli una delle caratteristiche che descrivono meglio la tua personalità.
b) Immagina di possedere la caratteristica opposta e descriviti: Come appari? Come ti comporti? Come ti senti? C’è qualcosa che ti piace in questa immagine opposta? Come potresti raggiungere un’integrazione dei due opposti?
“Noi siamo dominati da tutto ciò con cui il nostro io si identifica. Noi possiamo dominare, dirigere e utilizzare tutto ciò da cui ci disidentifichiamo” (Roberto Assagioli)
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