Come si riconosce una persona illuminata? Malintesi e preconcetti estratto dal libro di Ramesh Balsekar “Non più confusione – Come vivere senza stress la ricerca spirituale”.
“Neppure il saggio illuminato può evitare gli alti e i basi della vita, ma allo stesso tempo, appare saldo nella pace e nell’armonia. Molti restano perplessi poiché ritengono che l’illuminazione produca una trasformazione radicale, e confusi dalla parola “beatitudine”, credono che una persona illuminata debba trovarsi in uno stato costante di beatitudine, ovvero non più alcun problema perché Dio si prende totalmente cura di lui, mentre in realtà neppure il saggio può evitare le gioie e i dolori che si alternano nella vita.
Il saggio vive rilassato, sempre a suo agio con se stesso e con gli altri, persino con coloro che sembrano particolarmente difficili da trattare, e sembra rispondere agli eventi esteriori con una reazione del tutto normale.
La sola presenza di un saggio, – non mi riferisco a dei semplici eruditi, spesso vanitosi e arroganti – diffonde pace e armonia.
Malintesi sul concetto di “illuminazione”
La confusione si crea per i malintesi relativi al concetto d'”illuminazione”. Come si manifesta e cosa cambia nella vita di un saggio? Il saggio senza alcuno sforzo è sempre consapevole dell’evento della vita e questa consapevolezza permane anche quando pensieri, emozioni o desideri sorgono nel suo organismo corpo-mente. Il saggio li osserva sorgere e fluire senza che producano alcun coinvolgimento, che può essere unicamente dovuto a una reazione dell’ego.
Il saggio non ritiene di essere colui che agisce e sa che neppure gli altri lo sono, quindi non giudica e non biasima nessuno. La vera comprensione include la realizzazione che come le nuvole attraversano il cielo, i pensieri e i sentimenti che sorgono nella mente non hanno né radici, né permanenza.
Una volta compreso che la coscienza è il fondamento e il substrato di ogni fenomeno, ogni giudizio discriminatorio e ogni disapprovazione, svaniscono perché non esiste niente che abbia una reale esistenza indipendente.
Virtù e vizi sono visti non come opposti, ma come poli equivalenti che una volta sovrapposti si annullano a vicenda.
Il saggio agisce in modo spontaneo
Ogni azione diventa spontanea perché compresa come ‘Opera’ di quell’Energia, di quel potere latente che rivela la sua presenza nel miracolo della natura, nello sviluppo e nel funzionamento degli organi di senso, nella circolazione sanguigna o nella diramazione dei nervi. Questo potere opera in modo spontaneo e naturale.
Tale forza miracolosa, la cui base è priva di volizione individuale, questa virtualità che non ha niente a che fare con le “siddhi” o poteri spirituali, è stata splendidamente descritta da Lao Tze: “La virtù superiore non è volutamente virtuosa, eppure è virtù. La virtù inferiore non rinuncia a essere virtuosa, eppure non è virtù. La virtù superiore non necessita nessuna forza, ma niente rimane incompiuto. La virtù inferiore utilizza la forza, ma non porta niente a compimento.”
Le perplessità sorgono proprio perché la virtù superiore è immersa nell’ordinario e nell’anonimato. E’ la stessa forza o potere che suscita il genio in vari campi della vita e che non possiamo spiegare usando parole o concetti.
Quando l’azione è spontanea, senza esitazioni e titubanza, non è mai contaminata da pensieri che riguardano il futuro. In effetti, le possibilità di sopravvivenza sono maggiori quando non si ha neppure l’ansia di sopravvivere.
La virtù superiore è alla portata di chi non si fa cogliere dalla paura, ma il paradosso è che l’ansia e la paura stesse stimolano lo sforzo di bloccarle.
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A preoccuparsi è il falso ego, che si ritiene l’autore individuale di ogni azione. La vera comprensione implica l’accettazione di qualunque cosa accada nel corso della vita, evitando accuratamente di resistere a qualsiasi esperienza.