Il discepolo, l’equanimità e il secchio.

Un giovane discepolo andò dal maestro e disse:

“Maestro, desidero ardentemente raggiungere l’equanimità.”

Il maestro lo guardò, accarezzandosi la barba con lentezza, poi gli indicò un secchio d’acqua.

“Portami questo secchio in cima alla montagna.”

Il discepolo obbedì, salì la montagna, inciampò due volte, rovesciò un po’ d’acqua, ma alla fine tornò stremato dal maestro.

“Ho fatto come mi hai chiesto, maestro.”

Il maestro annuì.
Poi disse:

“Ora riempi il secchio di vento e portamelo indietro.”

Il discepolo aggrottò la fronte:
“Maestro, il vento non si può raccogliere!”

Il maestro rise:
“Eppure lo cerchi ogni giorno col nome di ‘equanimità’.”

Poi aggiunse:
“Quando smetterai di rincorrere il vento, forse sentirai l’aria.”

Il discepolo rimase perplesso.

“Maestro… quindi l’equanimità è come il vento?”

Il maestro annuì, sereno.

“Esatto. Invisibile, impalpabile… e arriva sempre quando hai appena chiuso la finestra.”

Poi l’allievo si alzò, inciampò nel secchio vuoto e commentò:

“Ah, maestro, forse l’equanimità è proprio l’arte di non farsi prendere dal panico… anche quando si inciampa su nulla.”

Come essere Zen Il discepolo e l'equanimità

Significato del racconto Zen di oggi

L’equanimità è inafferabile come il vento: tutti la cercano, pochi la comprendono. Ciò che il giovane discepolo non capisce, mentre corre dietro alla sua “serenità”, è che il vento non si può afferrare. Così come non si può racchiudere l’equilibrio in un secchio, non si può ottenere l’equanimità con la forza o con la volontà di volerla. È un po’ come cercare di trattenere l’acqua con le mani aperte. La serenità arriva quando smetti di cercarla, quando smetti di rincorrerla e ti accorgi che c’è già, semplicemente, nell’atto stesso di non agitarti.

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Ecco la saggezza: più inseguirai il vento, più ti sentirai esausto e privo di respiro. Ma quando smetterai di correre, ti accorgerai che l’aria è già dentro di te. Forse l’equanimità non deve rappresentare una meta, ma un percorso. Un cammino che, ironia della vita, spesso è più sereno quando inciampi, piuttosto che quando cerchi disperatamente di non cadere.

In fondo, il giovane discepolo cerca di riempire il secchio di vento. Ma la vera saggezza è rendersi conto che il secchio era sempre vuoto. E che forse, proprio in quel vuoto, risiede la libertà.

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