Tratto dal libro di Fabio Guidi – “Iniziazione alla Psicosintesi“.
Possiedi te stesso: La scoperta della volontà
Un errore molto frequente nel cammino di crescita personale è quello di prolungare all’infinito il momento iniziale del “conosci te stesso“, dell’analisi delle proprie subpersonalità e della comprensione del proprio copione esistenziale. In un’ottica del “sospetto” e dell’introspezione selvaggia, posso dannarmi l’anima continuando a chiedermi in maniera ossessiva se il tale mio atteggiamento è realmente autentico o se, sotto sotto, nei recessi più oscuri dell’inconscio, opera una tendenza opposta. E spesso non si capisce sufficientemente che l’autenticità non consiste nell’obbedire ad un impulso solo perché si è scoperto che esiste.
Tale scoperta è importante, è qualcosa di cui tener conto, certo, ma il problema rimane ciò che tu vuoi essere. Che cosa vuoi fare di te, della tua vita?
Avere una volontà, essere un Io
Alla lunga, non ha alcun senso sapere di avere una struttua caratteriale ‘orale’ o la subpersonalità della “Vittima”, ma ha senso invece stabilire se vuoi rimanere, per tutta la vita, schiavo dei tuoi contenuti emotivi, oppure diventare una persona libera di esprimere pienamente la tua ‘nota individuale’. In altre parole, adesso si pone alla tua attenzione il problema della volontà.
Per iniziare, ti propongo il seguente esercizio.
Fai un elenco dei tuoi DESIDERI attuali. Falli emergere con naturalezza, senza pensarci troppo su.
Dopo aver compilato la lista, prendili in esame, uno per uno. Ti sembrano degli obiettivi a breve termine? Oppure, per adesso, rimangono semplici desideri? In questo secondo caso, riesci a individuare degli obiettivi intermedi, obiettivi che ti avvicinino effettivamente ai desideri originari? Definisci un programma concreto e dettagliato per la loro realizzazione. Ti è possibile? Poni di fronte a te delle scadenze per ognuno di questi obiettivi, una data alla quale operare una verifica.
A questo punto, sei in grado di stabilire la natura dei tuoi desideri, se cioè il tuo desiderare è puramente velleitario o se invece s’inserisce in una progettualità realistica. Nel primo caso, non hai ancora sviluppato una volontà coerente e i tuoi desideri contrastano con altre tue motivazioni inconsce, non ancora sufficientemente esplorate: sono tanto utopici quanto sterili. Ciò significa che i tuoi copioni esistenziali mantengono tuttora un’eccessiva energia. Ma se i tuoi desideri sono facilmente trasformabili in progetti concreti e realistici, allora puoi continuarne l’esame nel seguente modo:
Scorri di nuovo l’elenco. Quali sono le MOTIVAZIONI che stanno alla base dei tuoi desideri? Riesci ad individuare una o più parole-chiave che esprimano il significato di tali motivazioni? In altre parole, quali sono i valori sottesi alla realizzazione dei tuoi desideri? Le motivazioni – e i valori – hanno un significato unitario, oppure prendono direzioni differenti?
La precedente riflessione mette in chiaro in quale misura sia presente in te un centro unificatore, un Io attorno al quale si organizza la tua personalità. “Si può volere solo dal centro”, ricorda Assagioli. Con questo si vuoel mettere in evidenza il fatto che fino a quando non è attuata una sufficiente unificazione della personalità, non si può affermare di possedere una effettiva volontà. La volontà presuppone un Io sufficientemente integrato e capace di prendere una sola direzione esistenziale. Solo questo è volontà. A tale volontà si contrappone il puro e semplice arcobaleno dei desideri, vale a dire la guerra dei nostri diversi, spesso opposti, impulsi interni. Per lo stesso motivo si capisce perché la volontà, nella Psicosintesi, viene identificata con l’Io, il coordinatore centrale dell’intera personalità.
Il potere di scegliere
[…] Attraverso la scoperta della volontà, dice Assagioli, “percepiamo di essere un ‘soggetto vivente’ dotato del potere di scegliere, costruire rapporti, di operare cambiamenti nella nostra personalità, negli altri, nelle circostanze. Questa acuita consapevolezza, questo risveglio e questa visione di nuove, illimitate potenzialità di espansione interiore e di azione esterna, ci danno un senso di confidenza, sicurezza, gioia, un senso di interezza.
In altre parole, arriviamo a scoprire di essere un Io con funzione di regia sugli elementi che compongono la nostra personalità, e non una serie di meccanismi automatici, di impulsi inconsci e di desideri contrastanti., Si, perché la volontà non ha niente a che vedere con le abitudini sclerotizzate, con la passione con cui accettiamo la schiavitù degli istinti e con le nostre mille tendenze centrifughe.
La tua volontà è il tuo Io. Ecco perché una persona che non possiede un certo grado di volontà non è ancora un Io. L’Io è senz’altro un Io-corpo, vale a dire un Io che sente, ed è anche un Io-mente, che pensa. Ma l’aspetto che più salta agli occhi, che costituisce l’unità, la specificità di quel singolo Io che intesse relazioni con altri Io, che si riconosce – e viene riconosciuto – come ‘persona’, è proprio l’Io-volontà, cioè un Io che agisce, che dirige la rappresentazione dei vari elementi della personalità.
Test sulla volontà
- La mia volontà si piega a quella di altre persone?
- E’ disintegrata dalle distrazioni?
- E’ sopraffatta dalle emozioni?
- E’ corrosa dai dubbi?
- E’ addormentata dalle abitudini?
- E’ paralizzata dall’inerzia?
- E’ resa vana dagli impulsi e dai desideri?
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