Se la gioventù fosse una fiamma, brucerebbe con ardore, senza sapere che la cenere è il suo destino inevitabile. Se la vecchiaia fosse un fiume, scorrerebbe placido, sapendo che il mare non è più una meta. La gioventù corre come il vento, veloce e senza direzione, mentre la vecchiaia è una montagna che osserva, ma non ha la forza di muoversi. Entrambe hanno il loro momento, ma ignorano che ciò che conta non è la corsa, ma il cammino stesso. La gioventù non sa di essere già tutto ciò che è, la vecchiaia non sa che è ancora parte di ciò che è stato. In entrambi, il segreto è nel saper essere, non nel voler fare, non è nel tempo, ma nell’arte di usare ciò che abbiamo, quando ancora possiamo, prima che la memoria labile ci faccia dimenticare la via… – Lao Zen Scacciapensieri

Spunti di riflessione del giorno del saggio Lao Zen Scacciapensieri
La gioventù è come un fuoco che arde con passione, consumando senza sosta, senza chiedersi mai: ‘E poi?’ Ma, ahimè, la fiamma che non conosce il suo destino diventa cenere, e la cenere, come ben sappiamo, non è mai troppo divertente. La gioventù pensa di essere eterna, mentre la sua bellezza si consuma come la cera di una candela al vento. Corre veloce, per dove? Chi lo sa. L’importante è correre, non è vero?
La vecchiaia, dal canto suo, è un fiume che scorre senza fretta, con la consapevolezza che, sì, il mare non è più una meta, ma è bello, ogni tanto, fermarsi a osservare il panorama. Non ha la forza di saltare da una cascata, ma sa che l’acqua che scorre, anche lentamente, ha una sua bellezza. La vecchiaia, che prima si sentiva invincibile come il vento, ora è una montagna che guarda, ma non può più scalare. E, oh, che ironia! La montagna, pur immobile, sa qualcosa che il vento non ha mai capito: che il viaggio non è nell’arrivare, ma nell’esserci mentre si va.
Gioventù e vecchiaia, corrono o si fermano, ma entrambe ignorano il segreto più grande: il cammino non è un traguardo. La gioventù vuole fare, fare, fare, come se l’azione fosse l’unica via. La vecchiaia, invece, vuole essere, essere, essere, come se l’essere fosse un riposo eterno. Ma forse, solo forse, la verità sta nel non voler né fare né essere troppo, ma nel saper vivere, nel godersi quel che si ha, quando si può. Perché alla fine, sia che siamo fiamma o fiume, cenere o montagna, la vera arte è quella di usare ciò che abbiamo, prima che il tempo ci faccia dimenticare dove stavamo andando… o se mai ci siamo andati.
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