5 Marzo frase di oggi sull’intelligenza.
Per agire intelligentemente non basta l’intelligenza. – Fëdor Dostoevskij
Spunti di riflessione
Immagina di vivere in una città dove un uomo brutto e dal naso grosso va in giro minando la tua intelligenza.
Stai spazzando il tuo giardino o facendo il bucato fuori, badando ai fatti tuoi, quando quest’uomo famigerato si avvicina a te e attacca una conversazione con te. La sua bruttezza fisica e il suo odore poco attraente non ti danno la prima migliore impressione.
Hai già sentito parlare di lui. Molti dei tuoi vicini si sono lamentati di lui perché li faceva sentire stupidi. Ti sei preparato rispolverando i tuoi studi, assicurandoti che non fosse in grado di ostacolarti con qualsiasi domanda ti facesse. Questa è stata la tua occasione per brillare per mostrare quanto eri intelligente.
“Ciao. Ti consideri una persona saggia? Credi di essere un individuo intelligente?
Tu rispondi: “Sì, certo, immagino. Non direi di essere la persona più intelligente del mondo, ma penso di stare abbastanza per me stesso.“
“Ho lottato con un problema per un po’ e mi chiedevo se potessi aiutarmi a trovare una soluzione. Credi che essere ingannevole sia immorale?“
Ridacchi e rispondi: “Certo! Apprezzo l’onestà e credo che non dovresti mai essere ingannevole. Tutto ciò che è ingannevole è sbagliato e immorale. Non è ovvio? Sono sicuro che qualsiasi persona sana di mente ci crederebbe.“
“Interessante. Diciamo che hai un amico che vuole uccidersi e ha un coltello a portata di mano per suicidarsi. Tu e tutti quelli che conosce avete cercato di convincerlo del contrario, ma sembra deciso a farlo. Ovviamente non vuoi che si uccida, ma se gli rubi il coltello perderà la motivazione per uccidersi. Ruberesti il coltello?”
Preso alla sprovvista, dici: “Se per me significasse salvare un amico, immagino che lo farei…”
“Ma non considereresti ingannevole quell’atto?”
«Be’, tecnicamente è ingannevole ma…».
“E l’atto di salvare il tuo amico facendo qualcosa di ingannevole non sarebbe morale?”
La tua mite risposta: “Immagino di sì”.
“Quindi sembra che non tutti gli atti ingannevoli siano immorali… sei d’accordo?”
“Sì, credo.”
“Quindi immagino che tu non sia così intelligente come pensavi di essere.”
Cerchi di reagire: “Beh, se potessi farmi un’altra domanda, sarei felice di…”.
“No, penso di aver visto abbastanza. Buon divertimento.“
Ti fa l’occhiolino e scende lungo la strada, cercando qualcun altro da mettere in discussione e potenzialmente mettere in imbarazzo, mentre tu te ne stai lì infuriato. Decidi di raccontare ai tuoi amici tutto dell’incontro e di diffondere voci su di lui. Faresti in modo che non riuscisse mai più a mettere in imbarazzo nessuno.
Questa è praticamente la storia di Socrate ed Eutidemo, con piccole modifiche qua e là, e uno dei tanti esempi di conversazione con Socrate.
Socrate era considerato un uomo saggio perché sapeva di non sapere nulla. L’oracolo di Delfi, una vecchia saggia, disse all’amico di Socrate che non c’era nessuno più saggio di Socrate.
Socrate era confuso e si chiedeva: “Come poteva essere l’uomo più saggio quando non sapeva nulla? Ci deve essere un errore. L’oracolo deve avermi confuso per Socrate dall’altra parte della città.”
Ma quando si è messo alla ricerca di qualcuno che fosse veramente più saggio di lui, ha scoperto la verità: nessuno era più saggio di lui perché nessun altro era disposto ad ammettere di non sapere nulla.
“Saggezza per Socrate non era conoscere molti fatti o sapere come fare qualcosa. Significava comprendere la vera natura della nostra esistenza, compresi i limiti di ciò che possiamo conoscere”.
Nigel Warburton – ‘Una piccola storia della filosofia‘
(Fonte: mystudentvoices.com/)
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