4 Marzo frase di oggi sull’avidità umana
Nel mondo c’è quanto basta per le necessità dell’uomo, ma non per la sua avidità.
Spunti di riflessione
È decisamente difficile non essere invidiosi degli altri e delle cose che gli altri hanno e che noi non abbiamo. Quando, tuttavia, l’invidia si trasforma in avidità?
Si definisce l’avidità come “un desiderio egoistico ed eccessivo per qualcosa di più di quanto sia necessario”. Alcune persone sono più suscettibili a diventare avide rispetto ad altre? E qual è la psicologia dietro il tratto di “avidità”?
La differenza tra buona avidità e cattiva avidità
Sebbene la parola “avidità” abbia una connotazione negativa, esiste sia l’avidità buona che quella cattiva. La buona avidità include l’affermazione di sé in modo sano, con un apprezzamento dell’organizzazione sociale, della coesione sociale, dei confini chiari e una visione collettivista.
La cattiva avidità include la manipolazione, l’inganno, lo sfruttamento ed egoismo. Molti di coloro che sono soggetti alla cattiva avidità possono desiderare continuamente di più ed essere invidiosi degli altri. È anche meno probabile che conoscano limiti e possono vedere le persone come strumenti per raggiungere i propri obiettivi.
L’avidità è anche associata a stati psicologici negativi come lo stress, l’esaurimento, l’ansia, la depressione e la disperazione, e con comportamenti disadattivi come il gioco d’azzardo, l’accaparramento e il furto. Prevalendo sulla ragione, la compassione e l’amore, l’avidità allenta i legami familiari e comunitari e mina i legami e i valori su cui è costruita la società.
L’avidità può guidare l’economia, ma come la storia recente ha reso fin troppo chiaro, l’avidità sfrenata può anche far precipitare una recessione economica profonda e duratura. Inoltre, la nostra cultura del consumo continua a infliggere gravi danni all’ambiente, provocando, tra gli altri, deforestazione, desertificazione, acidificazione degli oceani, estinzione di specie e eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e gravi. C’è da chiedersi se tale avidità possa essere sostenibile a breve termine, per non parlare del lungo termine.
(Fonti consultate: lifeintelligence.io; psychologytoday.com)
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