31 Marzo frase di oggi sul non lamentarsi mai.
Con un classico effetto boomerang, i lamenti indifferenziati, prolungati e ricorrenti, dopo essere stati scagliati a dritta e a manca, a breve e a lunga distanza, prima o poi si ritorcono contro chi li ha incautamente disseminati intorno a sé.
– Luciano Ballabio (‘L’arte di non lamentarsi mai’)
Guardare sempre avanti
“La felicità come esperienza “complessiva” e “complessa” coincide con la vita intera.”
I risultati che contano davvero, e che ciascuno di noi può conseguire nella sfera affettiva e personale come in quella professionale e sociale, sono esclusivamente quelli che si producono nel tempo: nell’arco di una vita o comunque nel medio e nel lungo periodo.
Nell’ambito dell’attività lavorativa come in quello della vita affettiva, ci troviamo continuamente di fronte a domande dirimenti come sono le seguenti. “Essere sinceri oppure essere bugiardi?”. “Scegliere la lealtà e la fiducia oppure la furbizia e la malizia?”. “Cercare l’intesa e la collaborazione oppure lasciar montare l’antagonismo e la contrapposizione?”.
Per poter dare risposte convincenti e realistiche, invece che illusorie e moralistiche, queste domande bisogna metterle in relazione diretta con il fattore tempo.
Se infatti ci proponessimo di ottenere risultati soltanto nel breve o nel brevissimo periodo, potremmo tranquillamente fare ricorso alle armi dell’inganno e della delazione, della finzione e della prevaricazione.
Se invece vogliamo ottenere risultati professionali e relazionali, che non soltanto durino nel tempo, ma migliorino e diventino sempre più soddisfacenti, dobbiamo obbligatoriamente scegliere la via della trasparenza e della coerenza, della lealtà e dell’affidabilità.
Soltanto nel tempo si può infatti costruire davvero: una cattedrale in un ambiente naturale sfavorevole, come l’eccellenza in un servizio complesso, la fedeltà in una relazione poligamica come il reciproco vantaggio nei rapporti di lavoro con un cliente importante.
Anche di fronte alla domanda “Lamentarsi quando capita o non lamentarsi mai?” Sarebbe meglio dare una risposta che tenesse conto della dimensione temporale.
Nel breve periodo infatti, almeno in chi si lamenta, la lamentazione produce una indiscutibile, anche se momentanea ed illusoria, soddisfazione. Ma nel medio e nel lungo periodo essa può produrre soltanto frustrazione e depressione.
La lamentazione è distruttiva proprio perché, oltre ad essere tendenzialmente retrospettiva, si muove e si esaurisce in un orizzonte temporale, oltre che psicologico e culturale, estremamente ristretto.
Solo ampliando questo orizzonte e solo acquisendo la capacità di “guardare sempre e soltanto avanti”, come disse Sir Georg Solti, il grande direttore d’orchestra, in un’intervista rilasciata qualche anno prima di morire, portremo ridimensionare le ragioni delle nostre lamentazioni e trasformarle in stimoli per imparare continuamente e per migliorare progressivamente.
“Guardare avanti e soltanto avanti” può aiutarci a riconoscere il valore della sincerità, della lealtà e dell’affidabilità, così come può convincerci degli irripetibili vantaggi che porta con sé l’astensione da ogni possibile lamentazione.
(Tratto dal libro di Luciano Ballabio ‘L’arte di non lamentarsi mai”)
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